Manon Lescaut” by Giacomo Puccini libretto (Italian)

Personaggi

Manon Lescaut (soprano)
Renato Des Grieux (tenore)
Lescaut, fratello di Manon (baritono)
Geronte di Ravoir, tesoriere generale (basso)
Edmondo, studente (tenore)
Un lampionaio (tenore)
Un musico (mezzosoprano)
Un oste (basso)
Il maestro di ballo (tenore)
Un Sergente degli Arceri (basso)
Il Comandante di Marina (basso)
Un parrucchiere (mimo)

ATTO PRIMO

AD AMIENS

Un vasto piazzale presso la porta di Parigi.
(Un viale a destra. A sinistra, un osteria con porticato,
sotto il quale sono disposte varie tavole. Una scaletta
conduce al primo piano. Studenti, cittadini e soldati
passeggiano per la piazza. Altri, seduti alle tavole
bevono e giocano.)


EDMONDO (attorniato da studenti)
Ave, sera gentile, che discendi
col tuo corteo di zeffiri e di stelle;
ave, cara ai poeti ed agli amanti...

STUDENTI
Ah! Ah! Ah!
Ai ladri ed ai briachi!
Noi ti abbiamo spezzato il madrigal!

EDMONDO
E vi ringrazio.
Pel vial giulive vengono a frotte a frotte
fresche, ridenti e belle
le nostre artigianelle.

STUDENTI
Or s’anima il viale.

EDMONDO
Preparo un madrigale
furbesco, ardito e gaio.
Vengono a frotte a frotte
le nostre artigianelle...

STUDENTI
Fresche, ridenti e belle.

EDMONDO
Preparo un madrigale furbesco e gaio,
e sia la musa mia tutta galanteria!
(ad alcune fanciulle)
Giovinezza è il nostro nome,
la speranza è nostra Iddia;
ci trascina per le chiome
indomabile virtù.

STUDENTI
Giovinezza è il nostro nome!
la speranza è nostra Iddia;
ci trascina per le chiome
indomabile virtù.
Santa ebbrezza!
Or voi, ridenti,
amorose adolescenti, date il cor.

FANCIULLE
Vaga per l’aura un’onda di profumi,
van le rondini a vol
e muore il sol.

STUDENTI, poi CITTADINI
Date il labbro, date il core
alla balda gioventù.

FANCIULLE
È questa l’ora delle fantasie
che fra le spemi lottano e le malinconie.
(Entra Des Grieux.)

STUDENTI
Ecco Des Grieux!

EDMONDO (a Des Grieux)
A noi t’unisci, amico, e ridi
e ti vinca la cura di balzana avventura.
Non rispondi? Perché?
Forse di dama inaccessibile
acuto amor ti morse?

DES GRIEUX
L’amor? L’amor?
Questa tragedia, ovver commedia,
io non conosco!
(Edmondo ed alcuni studenti si avvicinano a Des
Grieux. Altri corteggiano le fanciulle che passeggiano.)

STUDENTI
Baie! Misteriose vittorie cauto celi e felice.

DES GRIEUX
Amici, troppo onor mi fate.

EDMONDO e STUDENTI
Per Bacco, indoviniam, amico.
Ti crucci d’uno scacco.

DES GRIEUX
No, non ancora,
ma se vi talenta, vo’ compiacervi...
e tosto!
(Si avvicina a un gruppo di fanciulle.)
Tra voi, belle, brune e bionde
si nasconde giovinetta vaga e vezzosa,
dal labbro rosa che m’aspetta?
Sei tu bionda stella? Dillo a me!
Palesatemi il destino
e il divino viso ardente
che m’innamori,
ch’io vegga e adori eternamente!
(Edmondo e gli altri studenti ridono.)
Tra voi, belle, brune e bionde, ecc.
Sei tu bruna snella? Dillo a me!

EDMONDO e STUDENTI
Ma bravo! Ma bravo!

EDMONDO
Guardate, compagni,
di lui nessuno più si lagni!

STUDENTI, FANCIULLE, CITTADINI
Ma bravo!
Festeggiam la serata,
com’è nostro costume.
Suoni musica grata
nei brindisi il bicchier
e noi rapisca il fascino

ardente del piacer!
Ah! festeggiam!
Danze, brindisi, follie,
il corteo di voluttà
or s’avanza per le vie,
e la notte regnerà;
è splendente ed irruente,
è un poema di fulgor:
tutto avvinca la sua luce
e il suo furor.
È splendente, ecc.
(Squilla la cornetta del postiglione.)
Giunge il cocchio d’Arras!
(La diligenza si arresta innanzi al portone dell’osteria.
Scende subito Lescaut, poi Geronte che aiuta a
scendere Manon.)
Discendono, vediam!
Viaggiatori eleganti – galanti!

STUDENTI (ammirando Manon)
Chi non darebbe a quella donnina bella
il gentile saluto del benvenuto?

LESCAUT
Ehi! L’oste!
(a Geronte)
Cavalier, siete un modello di squisitezza.
Ehi! L’oste!

L’OSTE (accorrendo, con garzoni)
Eccomi, qua!

DES GRIEUX (guardando Manon)
Dio, quanto è bella!

GERONTE (all’Oste)
Questa notte, amico, qui poserò.
(a Lescaut)
Scusate!
(all’Oste)
Ostiere, v’occupate del mio bagaglio.

L’OSTE
Ubbidirò.
(Dà ordine ai garzoni quali dispongono per lo scarico
dei bagagli, poi a Geronte ed a Lescaut.)
Vi prego, mi vogliate seguir.
(Preceduti dall’Oste, salgono al primo piano Geronte e
Lescaut, che avrà fato cenno a Manon di attenderlo.)

DES GRIEUX (a Manon)
Cortese damigella, il priego mio accettate:
dican le dolci labbra come vi chiamate.

MANON
Manon Lescaut mi chiamo.

DES GRIEUX
Perdonate al dir mio,
ma da un fascino arcano
a voi spinto son io.
Persino il vostro volto parmi aver visto,
e strani moti ha il mio core.
Perdonate al dir mio!
Quando partirete?

MANON
Domani all’alba io parto.
Un chiostro m’attende.

DES GRIEUX
E in voi l’aprile
nel volto si palesa e fiorisce!
O gentile, qual fato vi fa guerra?

MANON
Il mio fato si chiama:
voler del padre mio.

DES GRIEUX
Oh, come siete bella!
Ah, no! non è un convento
che sterile vi brama! No!
Sul vostro destino riluce un’altra stella.

MANON
La mia stella tramonta!

DES GRIEUX
Or parlar non possiamo.
Ritornate fra poco,
e cospiranti contro il fato,
vinceremo.

MANON
Tanta pietà traspare dalle vostre parole!
Vo’ ricordarvi!
Il nome vostro?

DES GRIEUX
Son Renato des Grieux.

LESCAUT (dall’osteria)
Manon!

MANON
Lasciarvi debbo.
(volgendosi all’osteria)
Vengo!
(a Des Grieux)
M’ha chiamata mio fratello.

DES GRIEUX
Qui tornate?

MANON
No, non posso! Mi lasciate!

DES GRIEUX
O gentile, vi scongiuro.

MANON
Mi vincete.
Quando oscuro l’aere intorno a noi sarà...
(Si interrompe vedendo Lescaut sul balcone dell’osteria
e corre verso di lui.)

DES GRIEUX
Donna non vidi mai simile a questa!
A dirle: io t’amo,
a nuova vita l’alma mia si desta.
“Manon Lescaut mi chiamo.”
Come queste parole profumate
mi vagan nello spirto
e ascose fibre vanno a carezzare.
O sussurro gentil, deh! non cessare! ecc.

“Manon Lescaut mi chiamo.”
Sussurro gentil, deh! non cessar!
(Edmondo e gli studenti che hanno sempre spiato Des
Grieux lo circondano rumorosamente.)

EDMONDO e STUDENTI
La tua ventura ci rassicura.
O di Cupido degno fedel,
bella e divina la cherubina
per tua delizia scese dal ciel! ecc.
(Des Grieux parte indispettito.)
Fugge. È dunque innamorato!
(Edmondo e gli studenti si avviano all’osteria:
s’imbattono in alcune fanciulle e le invitano a seguirli.)

STUDENTI
Venite, o fanciulle!
Augurio ci siate di buona fortuna.

FANCIULLE
È bionda od è bruna
la diva che guida la vostra tenzon?

GERONTE
Dunque vostra sorella il velo cingerà?

LESCAUT
Malo consiglio della gente mia.

GERONTE
Diversa idea mi pare la vostra?

LESCAUT
Certo, certo.
Ho più sana la testa di quel che non sembri,

benché triste fama mie gesta circondi.
Ma la vita conosco, forse troppo.
Parigi è scuola grande assai.
Di mia sorella guida, mormorando,
adempio il mio dovere,
come un vero soldato.

FANCIULLE
Amiche fedeli d’un’ora,
volete il bacio, volete il sospir?
Ah! Orniam la vittoria –
il bacio chiedete, il sospir!

STUDENTI
Chi perde, chi vince,
vi brama, o fanciulle.

LESCAUT
Solo dico, che ingrato evento
al mondo non ci coglie,
senza qualche compenso.
E in voi conobbi, Signor?

GERONTE
Geronte di Ravoir.

STUDENTI
Chi piange e chi ride,
noi prostra ed irride la mala ventura;
ma lieta prorompe d’amore la folle,
d’amore l’eterna, l’eterna canzon, ecc.

FANCIULLE
Orniam la vittoria,
e il core del vinto

di tenebre cinto
al tepido effluvio di molle carezza riposa,
obliando e l’onta e il martir, ecc.

EDMONDO (ad una fanciulla)
Addio, mia stella, addio, mio fior,
vaga sorella del dio d’amor.
A te d’intorno va il mio sospir,
e per un giorno non mi tradir.
(La fanciulla si allontana; poi vedendo Geronte e
Lescaut in stretto colloquio, si ferma indisparte ad
osservarli.)

LESCAUT
Diporto vi conduce in viaggio?

GERONTE
No, dovere:
l’affitto dell’imposte a me fidato
dalla bontà del Re, dalla mia borsa.

LESCAUT (da sé)
Che sacco d’or!

GERONTE
E non mi sembra lieta neppur vostra sorella.

LESCAUT
Pensate! A diciott’anni!
Quanti sogni e speranze!

GERONTE
Comprendo. Poverina!
È d’uopo consolarla.
Questa sera meco verrete a cena?

LESCAUT
Qual onor! Qual onore!
(Gli fa cenno d’offrirgli qualche cosa all’osteria.)
E intanto permettete...

GERONTE
Scusate, m’attendete per breve istante;
qualche ordine io debbo all’ostiere impartir.
(Lescaut s’inchina e Geronte s’allontana. Annotta e
dall’interno dell’osteria sono portate lampade e
candele accese, che i garzoni dispongono sui tavoli dei
giuocatori.)

CITTADINI
Un asso – un fante.

STUDENTI
Un tre!

TUTTI
Che giuoco maledetto!

LESCAUT (avvicinandosi ai giuocatori)
Giuocano! Oh, se potessi tentare anch’io
qualche colpo perfetto!

TUTTI
Puntate! Carte! Un asso!

LESCAUT
(Si pone alle spalle di un giuocatore e osserva il suo
giuoco.)
Un asso? Mio signore, un fante!
Errore, errore!

TUTTI
È ver! Un fante! Siete un maestro!

LESCAUT
Celiate! Un dilettante!
(Si siede e prende le carte. Geronte riappare e vedendo
Lescaut occupato al giuoco, chiama l’Oste .)

GERONTE
Amico, io pago prima e poche ciarle!
Una carrozza e cavalli che volino
siccome il vento; fra un’ora!

L’OSTE
Sì, signore!

GERONTE
Dietro l’albergo, fra un’ora – capite?
Verranno un uomo e una fanciulla –
e via siccome il vento, via, verso Parigi!
E ricordate che il silenzio è d’or.

L’OSTE
L’oro adoro.

GERONTE
Bene, bene! Adoratelo e ubbidite.
(dandogli una borsa)
Or mi dite:
quest’uscita ha l’osteria solamente?

L’OSTE
Ve n’ha un’altra.

GERONTE
Indicatemi la via.
(Partono.)

FANCIULLE (dall’osteria)
Chiedete il bacio, il sospir!
GIUOCATORI (a Lescaut)
A noi, v’invito banco!

LESCAUT
Carte!

EDMONDO
(che ha udito il colloquio fra Geronte e l’Oste)
Vecchietto amabile,
incipriato Pluton sei tu!
La tua Proserpina di resisterti
forse avrà virtù?
(Entra Des Grieux.)
(a Des Grieux)
Cavaliere, te la fanno!

DES GRIEUX (con sorpresa)
Che vuoi dir?

EDMONDO
Quel fior dolcissimo
che olezzava poco fa
dal suo stel divelto, povero fior,
fra poco appassirà!
La tua fanciulla, la tua colomba or vola:
del postiglion suona la tromba.

Via, ti consola;
un vecchio la rapisce!

DES GRIEUX
Davvero?

EDMONDO
Impallidisci?
Per Dio, la cosa è seria!

DES GRIEUX
Qui l’attendo, capisci?

EDMONDO
Siamo a buon punto!

DES GRIEUX
Salvami!

EDMONDO
Salvarti? La partenza impedir?
Tentiam! Senti! Forse ti salvo.
Del giuoco morse all’amo il soldato laggiù.

DES GRIEUX
E il vecchio?

EDMONDO
Il vecchio? Oh, l’avrà da far con me!
(Si avvicina ai compagni che giuocano, parla
all’orecchio di alcuni di essi e poi si allontana; si
sospende il giuoco; Lescaut beve in compagnia degli
studenti. Manon appare sulla scaletta, guarda intorno
e visto Des Grieux gli si avvicina.)

MANON
Vedete? Io son fedele alla parola mia.
Voi mi chiedeste con fervida preghiera,
che a voi tornassi un’altra volta.
Meglio non rivedervi, io credo,
e al vostro prego benignamente
opporre il mio rifiuto.

DES GRIEUX
Oh, come gravi le vostre parole!
Sì ragionar non suole
l’età gentil che v’infiora il viso;
mal s’addice al sorriso
che dall’occhio traluce,
questo disdegno melanconico!

MANON
Eppur lieta, assai lieta un tempo fui!
La queta casetta risonava
di mie folli risate,
e coll’amiche gioconde
ne andava sovente a danza!
Ma di gaiezza il bel tempo fuggì!

DES GRIEUX
Nelle pupille fulgide profonde
sfavilla il desiderio dell’amore –
amor ora vi parla!
Ah, date all’onde del nuovo incanto
il dolce labbro e il cor.
V’amo! V’amo!
Quest’attimo di giorno
rendete eterno ed infinito!

MANON
Una fanciulla povera son io,
non ho sul volto luce di beltà,
regna tristezza sul destino mio.

DES GRIEUX
Vinta tristezza dall’amor sarà!
La bellezza vi dona
il più vago avvenir.
O soave persona, ah! mio sospiro infinito!

MANON
Non è ver, non è vero!
Ah! sogno gentil, mio sospiro infinito!

LESCAUT
(alzandosi e picchiando sul tavolo)
Non c’è più vino?
E che? Vuota è la botte?
(Gli studenti lo forzano a sedere e gli versano ancora
del vino. All’udir la sua voce Manon impaurita vorrebbe
rientrare, ma viene trattenuta da Des Grieux.)

DES GRIEUX
Deh! m’ascoltate:
vi minaccia un vile oltraggio,
un rapimento!
Un libertino audace,
quel vecchio che con voi giunse,
una trama a vostro danno ordì.

MANON
Che dite?

DES GRIEUX
Il vero!

EDMONDO
(si avvicina a Des Grieux e Manon)
Il colpo è fatto, la carrozza è pronta.
Che burla colossal!
Presto! Partite...

MANON
Che? Fuggir?

DES GRIEUX
Fuggiamo, fuggiamo!
Che il vostro rapitor un altro sia.

MANON
Ah! No! Voi mi rapite?

DES GRIEUX
No, no! Vi rapisce amore!

MANON
Ah, no!

DES GRIEUX
V’imploro!

EDMONDO
Presto, via ragazzi!

DES GRIEUX
Ah, fuggiamo, fuggiamo!
Manon, v’imploro – fuggiam!

MANON
No! No! No! No!

EDMONDO
Presto! Presto!

DES GRIEUX
Ah, Manon, Manon, v’imploro,
ah, fuggiam, v’imploro!
Ah! Fuggiam!

MANON
Andiam!

EDMONDO
Oh, che bei pazzi!
(Dà a Des Grieux il proprio mantello, col quale può
coprirsi il volto, poi tutti e tre fuggono dal fondo, dietro
l’osteria. Entra Geronte e nota con soddisfazione che
Lescaut è molto occupato a giuocare.)

GERONTE
Di sedur la sorellina è il momento!
Via, ardimento!
Il sergente è al giuoco intento.
Vi rimanga!
(a l’oste)
Ehi, dico, pronta è la cena?

L’OSTE
Sì, Eccellenza!

GERONTE
L’annunziate a quella signorina che...

EDMONDO (a Geronte)
Eccellenza, guardatela!
Essa parte in compagnia d’uno studente.

GERONTE
(molto agitato, corre da Lescaut scuotendolo)
L’hanno rapita!

LESCAUT (giuocando)
Chi?

GERONTE
Vostra sorella!

LESCAUT
Mille e mille bombe!

GERONTE
L’inseguiam! È uno studente!
L’inseguiam!

LESCAUT
È inutil. Riflettiam.
Cavalli pronti avete?
(Geronte accenna di sì.)
Il colpo è fatto.
Disperarsi è da matto.
Vedo Manon con sue grazie leggiadre
ha suscitato in voi un affetto di padre!

GERONTE
Non altrimenti.

LESCAUT
A chi lo dite...
Io da figlio rispettoso
vi dò un ottimo consiglio:
Parigi! È là Manon.
Manon già non si perde.
Ma borsa di studente
presto rimane al verde.
Manon non vuol miserie,
Manon riconoscente accetterà
un palazzo per piantar lo studente.
Voi farete da padre
ad un’ottima figlia,
io completerò, signore, la famiglia.
Che diamine!
Ci vuol calma...filosofia.

EDMONDO e STUDENTI
Venticelli ricciutelli
che spirate fra vermigli fiori e gigli,
avventura strana e dura,
deh, narrate per mia fè!
Assetato labbro aveva coppa piena –
ber voleva e avidamente già suggeva.

LESCAUT
Ecco il vostro tricorno!
E domattina in via!
Dunque dicevo:
a cena – il braccio a me!
Degli eventi all’altezza esser convien...
Perché...
(Entrano nell’osteria.)

STUDENTI
Venticelli ricciutelli, ecc.
A volpe invecchiata
l’uva fresca e vellutata
sempre acerba rimarrà.
(Udendo ridere gli studenti, Lescaut esce minaccioso:
gli studenti fuggono ridendo.)

ATTO SECONDO

A PARIGI

Salotto elegantissimo in casa di Geronte.
Nel fondo due porte. A destra, ricchissime e pesanti
cortine nascondono l’alcova. A sinistra, presso la
finestra, una ricca pettiniera. Manon è seduta davanti
la pettiniera, coperta da un ampio accappatoio bianco.
Il parrucchiere le si affanna intorno. Due garzoni sul
fondo stanno pronto ai cenni del parrucchiere.


MANON (guardandosi allo specchio)
Dispettosetto questo riccio!
(al parrucchiere)
Il calamistro, presto, presto!
(Il parrucchiere corre a prendere il ferro per arricciare il
riccio ribelle.)
Or la volandola!
Severe un po’ le ciglia!
La cerussa!
(soddisfatta)
Lo sguardo vibri a guisa di dardo!
Qua la giunchiglia!

LESCAUT (entrando)
Buon giorno, sorellina!

MANON (al parrucchiere)
Il minio e la pomata!

LESCAUT
Questa mattina mi sembri un po’ imbronciata.

MANON
Imbronciata? Perché?

LESCAUT
No? Tanto meglio!
Geronte ov’è?
Così presto ha lasciato il gineceo?

MANON (al parrucchiere)
Ed ora, un nèo!
(Il parrucchiere porta la scatola contenente i nèi.
Manon è indecisa quale scegliere.)

LESCAUT
Lo Sfrontato! Il Biricchino!
No? Il Galante?

MANON
Non saprei.
Ebben, due nèi!
All’occhio l’Assassino
e al labbro il Voluttuoso!
(Il parrucchiere pone i due nèi, poi toglie l’accappatoio
a Manon, che appare pettinata ed elegantemente
vestita. Il parrucchiere fa un cenno ai suoi garzoni ed
esce.)

LESCAUT (scrutando Manon)
Ah, che insiem delizioso!
Sei splendida e lucente!
M’esalto! E n’ho il perché!
È mia la gloria se sei salva
dall’amor d’uno studente.
Allor che sei fuggita, là, ad Amiens,
mai la speranza il cor m’abbandonò!
Là la tua sorte vidi!
Là il magico fulgor
di queste sale balenò.
T’ho ritrovata!
Una casetta angusta
era la tua dimora;
possedevi baci e niente scudi!
È un bravo giovinotto, quel Des Grieux!
Ma ahimè, non è cassiere generale!
È dunque naturale che tu abbia abbandonato
per un palazzo aurato quell’umile dimora.

MANON
E dimmi...

LESCAUT
Che vuoi dire?

MANON
Nulla!

LESCAUT
Nulla! Davver?

MANON
Volevo domandar...

LESCAUT
Risponderò!

MANON
Risponderai?

LESCAUT
Ho inteso!
Ne’ tuoi occhi io leggo un desiderio.
Se Geronte lo sospettasse!

MANON
È ver! Hai côlto!

LESCAUT
Brami nuove di lui?

MANON
È ver, è ver! l’ho abbandonato
senza un saluto, un bacio!
(Si guarda intorno e si ferma cogli occhi all’alcova.)
In quelle trine morbide,
nell’alcova dorata
v’è un silenzio, un gelido mortal –
v’è un silenzio,
un freddo che m’agghiaccia!
Ed io che m’ero avvezza
a una carezza voluttuosa
di labbra ardenti e d’infuocate braccia
or ho tutt’altra cosa!
O mia dimora umile,
tu mi ritorni innanzi –
gaia, isolata, bianca,
come un sogno gentil e di pace e d’amor!

LESCAUT
Poiché tu vuoi saper,
Des Grieux, (qual già Geronte),
è un grande amico mio.
Ei mi tortura sempre:
“Ov’è Manon?
Ove fuggì? Con chi?
A Nord? Ad Est? A Sud?”
Io rispondo: “Non so!”
Ma alfin l’ho persuaso!

MANON
Ei m’ha scordata?

LESCAUT
No, no! Ma che vincendo può coll’oro
forse scoprir la via che mena a te!
Or correggendo la fortuna sta!
L’ho lanciato al giuoco! Vincerà!

MANON (da sé)
Per me tu lotti,
per me, vile, che ti lasciai,
che tanto duol ti costai!
Ah, vieni, il passato mi rendi,
l’ore fugaci, le tue carezze ardenti!
Ah, rendimi i baci,
i baci tuoi cocenti,
quell’ebbrezza che un dì mi beò!
Ah, vieni! Son bella? Vieni!
Ah, vien, resister più non so!

LESCAUT
È il vecchio tavolier, per noi, tal quale,
la cassa del danaro universale!

Da me lanciato e istrutto
pelerà tutti e tutto!
Ma nel martirio delle lunghe lotte
intanto il dì e la notte
vive incosciente della sua follia,
e chiede al giuoco ove tu sia!
Ei vincerà! ei vincerà!
(Manon rimane pensierosa poi i suoi occhi si
soffermano allo specchio.)

MANON
Davver che a maraviglia
questa veste mi sta?

LESCAUT
Ti sta a pennello!

MANON
E il tupè?

LESCAUT
Portentoso!

MANON
E il busto?

LESCAUT
Bello!
(Entra un gruppo di cantanti tenendo fra le mani dei
fogli di musica. S’avanzano e si schierano da un lato,
davanti a Manon.)
(piano, a Manon)
Che ceffi son costor?
Ciarlatani o speziali?

MANON
Son musici!
È Geronte che fa dei madrigali!

SOLISTA
Sulla vetta tu del monte erri,
o Clori;
hai per labbra due fiori,
e l’occhio è un fonte.

CORO
Ohimè! Ohimè! Filen spira ai tuoi piè!

SOLISTA
Di tue chiome sciogli
al vento il portento,
ed è un giglio
il tuo petto bianco, ignudetto.

CORO
Clori sei tu, Manon,
ed in Filen, Geronte si mutò!
Filen suonando sta;
la sua zampogna va sussurrando: “Pietà!”
L’eco sospira: “Pietà!”
Piagne Filen: “Cuor non hai Clori in sen?
Ve’, già Filen vien men!”
No! Clori a zampogna che soave plorò
non disse mai no!

MANON (seccata, dà una borsa a Lescaut)
Paga costor!

LESCAUT (intascando la borsa)
Oibò! Offender l’arte?

(ai musicisti)
Io v’accomiato in nome della Gloria!
(I musicisti partono inchinandosi; dall’altre porte si
vedono sfilare alcuni amici di Geronte, che li riceve.)

MANON (a Lescaut)
I madrigali! Il ballo! E poi la musica!
Son tutte belle cose! Pur m’annoio!
(Entrano alcuni suonatori, prendono posto e
incominciano a suonare i loro strumenti. Manon va
incontro a Geronte che entra seguito dal maestro di
ballo.)

LESCAUT (fra sé)
Una donnina che s’annoia
è cosa da far paura!
Andiam da Des Grieux!
È da maestro preparar gli eventi!
(Esce inosservato mentre gli ospiti di Geronte rendono
omaggio a Manon. Geronte, radiante, le sta vicino.)

MAESTRO DI BALLO
(avanzando, offre la sua mano a Manon)
Vi prego, signorina,
un po’ elevato il busto – indi –
ma brava, così mi piace!
Tutta la vostra personcina or s’avanzi!
Così!
Io vi scongiuro – a tempo!

GERONTE
Oh, vaga danzatrice!
MANON
Un po’ inesperta.

MAESTRO DI BALLO
Vi prego, non badate
a lodi sussurrate.
È cosa seria il ballo!

SIGNORI ed ABATI (piano, a Geronte)
Tacete! Vi frenate, come si fa da noi;
ammirate in silenzio,
in silenzio adorate –
è cosa seria.

MAESTRO DI BALLO (a Manon)
A manca! Brava! A destra!
Un saluto! Attenta!
L’occhialetto!

GERONTE
Minuetto perfetto.

SIGNORI ed ABATI
Che languore nello sguardo!
Che dolcezza, che carezza!
Troppo è bella – pare stella!
Che candori! Che tesori!
Quella bocca – baci scocca!
Se sorride stella pare!

GERONTE
Troppo è bella!
Si ribella la parola –
la parola e canta e vanta!

MANON
Lodi aurate mormorate
or mi vibrano d’intorno;
vostri cori adulatori su frenate! Ah!
Lodi aurate sussurrate
or mi vibrano d’intorno!

GERONTE
Voi mi fate spasimare!

MANON
Vostri cori adulatori su frenate!

GERONTE
Voi mi fate spasimare,
voi mi fate delirare!

SIGNORI ed ABATI
La deità siete del giorno!
Della notte ell’è regina!
(Il maestro di ballo fa segni d’impazienza.)

MANON
Il buon maestro non vuol parole.
Se m’adulate
non diverrò la diva danzatrice
ch’ora già si figura
la vostra fantasia troppo felice.

MAESTRO DI BALLO
Un cavalier –

GERONTE (frettoloso)
Son qua!

SIGNORI ed ABATI
Bravi! Che coppia!
Evviva i fortunati innamorati!
Ve’ Mercurio e Ciprigna!
Con amore e dovizia,
oh, qui letizia, con amore e dovizia,
leggiadramente alligna!

MANON
L’ora, o Tirsi, è vaga e bella,
ride il giorno, ride intorno
la fida pastorella.
Te sospira, per te spira.
Ma tu giungi e in un baleno
viva e lieta è dessa allor!
Ah, vedi il ciel!
Com’è sereno sul miracolo d’amor!

SIGNORI ed ABATI
Voi siete il miracolo!
Voi siete l’amor! Ah! l’amor, ecc.

GERONTE (interrompendo)
Galanteria sta bene,
ma obliate che è tardi.
Allegra folla ondeggia pei baluardi.

SIGNORI ed ABATI
Qui il tempo vola!

GERONTE
È cosa ch’io so per prova.

(a Manon)
Voi, mia fulgida letizia,
esser compagna a noi prometteste;
di poco vi precediamo.

MANON
Un breve istante sol vi chiedo;
attendermi fia lieve
fra il bel mondo dorato.

SIGNORI ed ABATI
Grave è sempre l’attesa.

GERONTE
Dell’anima sospesa
non sian lunghe le pene.
(Baciando la mano a Manon, con inchini gli ospiti si
accomiatano mentre il maestro di ballo e i suonatori
partono anch’essi.)
Ordino la lettiga.
Addio, bell’idol mio.
(Parte.)

MANON
(ammirandosi nello specchio)
Oh, sarò la più bella!
(Prende la mantiglia: sente che qualcuno si avvicina;
crede che sia il servo.)
Dunque questa lettiga!
(Des Grieux appare sulla porta. Manon gli corre
incontro.)
Tu, tu, amore? Tu?
Ah, mio immenso amore! Dio!

DES GRIEUX (con tono di rimprovero)
Ah, Manon!

MANON
Tu non m’ami dunque più?
M’amavi tanto!
Oh, i lunghi baci!
Oh, il lungo incanto!
La dolce amica d’un tempo
aspetta la tua vendetta.
Oh, non guardarmi così;
non era la tua pupilla tanto severa!

DES GRIEUX
Sì, sciagurata, la mia vendetta –

MANON
Ah! La mia colpa! È vero!

DES GRIEUX
Ah, sciagurata, la mia vendetta –

MANON
Ah, è vero! Non m’ami più –
Ah, è vero! Non m’ami dunque più?
M’amavi tanto –
non m’ami più!

DES GRIEUX
Taci, taci, tu il cor mi frangi!
Tu non sai le giornate
che buie desolate son piombate su me!

MANON
Io voglio il tuo perdono.
Vedi? Son ricca –

DES GRIEUX
Taci!

MANON
Questa non ti sembra una festa
e d’ori e di colori?
Tutto è per te.

DES GRIEUX
Deh, taci!

MANON
Pensavo a un avvenir di luce;
amor qui ti conduce.
T’ho tradito, è ver!
(S’inginocchia.)
Ai tuoi piedi son!
T’ho tradito – sciagurata dimmi –
ai tuoi piedi son.
Ah, voglio io tuo perdono,
ah, non lo negar!
Son forse della Manon d’un giorno
meno piacente e bella?

DES GRIEUX
O tentatrice!
È questo l’antico fascino che m’accieca!

MANON
È fascino d’amore; cedi, son tua!

DES GRIEUX
Più non posso lottar! Son vinto!

MANON
Cedi, son tua!
Ah, vieni! ah vien!
Colle tue braccia stringi Manon che t’ama...

DES GRIEUX
Non posso lottar, o tentatrice!

MANON
Stretta al tuo sen m’allaccia!
Manon te solo, te solo brama!

DES GRIEUX
Più non posso lottar!

MANON
Cedi, son tua!

DES GRIEUX
Son vinto: io t’amo! –

MANON
Ah! vien!

DES GRIEUX
– t’amo!

MANON
Ah, vien!
Manon te solo brama, te solo brama!

DES GRIEUX
Più non posso lottar!
Son vinto: io t’amo!

MANON
Vieni!
Colle tue braccia stringi Manon che t’ama!

DES GRIEUX
Nell’occhio tuo profondo
io leggo il mio destin;
tutti i tesor del mondo
ha il tuo labbro divin!

MANON
Ah! Manon te solo brama –
stretta al tuo sen m’allaccia.
Alle mie brame torna, deh, torna ancor,
alle mie ebbrezze,
ai baci lunghi d’amor!
Vivi e t’inebria sovra il mio cor –
deh, torna ancor! ecc.
La bocca mia è un altare
dove il bacio è Dio!

DES GRIEUX
I baci tuoi son questi!
Questo è il tuo amor!
M’arde il tuo bacio, dolce tesor!
In te m’inebrio ancor! ecc.
Nelle tue braccia care
v’è l’ebbrezza, l’oblio!

MANON
Labbra adorate e care!

DES GRIEUX
Manon, mi fai morire!

MANON
Labbra dolci a baciare!

MANON e DES GRIEUX
Dolcissimo soffrir!
(Geronte si presenta improvviso alla porta del fondo: si
arresta stupito.)

MANON
Ah!

GERONTE
Affè, madamigella,
or comprendo il perché di nostr’attesa!
Giungo in mal punto.
Errore involontario!
Chi non erra quaggiù?
(a Des Grieux)
Anche voi, credo, ad esempio,
obliaste d’essere in casa mia –

DES GRIEUX
Signore!

MANON (a Des Grieux)
Taci!

GERONTE
Gratitudine – sia oggi il tuo dì di festa!
(a Manon)
Donde vi trassi,
le prove che v’ho date d’un vero amore,
come rammentate!

MANON
(prende lo specchio, lo pianta in viso a Geronte)
Amore? Amore!
Mio buon signore, ecco!
Guardatevi – guardatevi!
Se errai, leale ditelo!
E poi guardate noi!

GERONTE
Io son leale, mia bella donnina.
Conosco il mio dovere –
deggio partir di qui!
O gentil cavaliere, o vaga signorina,
arrivederci –
e presto!
(Parte.)

MANON (ridendo)
Liberi! Liberi come l’aria!
Che gioia, cavaliere, amor mio bello!

DES GRIEUX
Senti, di qui partiamo;
un solo istante, questo tetto
del vecchio maledetto non t’abbia più!

MANON
Peccato!
Tutti questi splendori!
Tutti questi tesori!
Ahimè, dobbiam partir!

DES GRIEUX
Ah, Manon,
mi tradisce il tuo folle pensier;
sempre la stessa, sempre la stessa!
Trepida divinamente,
nell’abbandono ardente,
buona e gentile come la vaghezza
di quella tua carezza;
sempre novella ebbrezza;
indi, d’un tratto, vinta, abbacinata
dai raggi della vita dorata!
Io? Tuo schiavo e tua vittima discendo
la scala dell’infamia.
Fango nel fango io sono
e turpe eroe da bisca
m’insozzo, mi vendo.
L’onta più vile m’avvicina a te!
Nell’oscuro futuro, di’,
che farai di me?

MANON
Un’altra volta ancora, deh, mi perdona!
Sarò fedele e buona, lo giuro!
(Entra Lescaut ansante. Manon e Des Grieux, sorpresi,
gli vanno incontro.)

DES GRIEUX
Lescaut!

MANON
Tu qui?
(Lescaut si lascia cadere su di una sedia.)

DES GRIEUX, poi MANON
Che avvenne? Di’!
(Lescaut lascia capire colle mani che è successo
qualche grave imbroglio.)

MANON e DES GRIEUX
O ciel! Che è stato?
Ci fai tremar!

LESCAUT
Ch’io prenda fiato...

MANON e DES GRIEUX
Ci fai tremar!

LESCAUT
...onde parlar.

MANON e DES GRIEUX
O ciel, che è stato? Di’!

LESCAUT
V’ha denunziato!

MANON
Chi?

DES GRIEUX
Il vecchio?

LESCAUT
Sì!

MANON
Ohimè!

LESCAUT
Già vengon qui e guardie e arcier!

MANON
Ohimè!

DES GRIEUX
O ciel!

LESCAUT
Su, cavalier, e per le scale spiegate l’ale!

MANON
Ohimè!

LESCAUT
Da un granatiere ch’era in quartiere
tutto ho saputo.
Per le scale, cavalier, spiegate l’ale!
Già vengon qui e guardie e arcier!
Via, l’ali ai piè!

DES GRIEUX
Maledetto, maledetto il vecchio astuto!

MANON
Ohimè! Ohimè!
M’affretto, ohimè!

DES GRIEUX
Sì! Bada a te!

LESCAUT
Ah, non sapete, voi la perdete,
ah, non sapete, l’attende
crudele sorte spietata: l’esiglio!

MANON
Ohimè! La morte, la morte!

LESCAUT
Or v’affrettate! Non esitate!
Pochi minuti, siete perduti!
Già dal quartier uscian gli arcier! ecc.
Il vecchio vil morrà di bile,
se trova vuota la gabbia
e ignota gli sia altra dimora!

MANON
Ohimè; m’affretto!
(a Lescaut)
Un istante! Questo smagliante smeraldo –
(a Des Grieux)
Ma sì! Mio Dio!
Mi sbrigo! E tu m’aiuta!

DES GRIEUX
Sì, bada a te, vecchio vil!

(a Manon)
Andiam, andiam! Affrettiam! Orsù!
A far?

LESCAUT
Manon!

MANON
Ad involtar –

LESCAUT
Su via, son già per via!

DES GRIEUX
Andiam!

MANON
Ma sì! E tu m’aiuta...

DES GRIEUX
Andiam!

MANON
...ad involtar cotesti oggetti!
Vuota i cassetti!
E quest’incanto che adoro tanto
dovrò lasciare, abbandonare?

DES GRIEUX
Orsù, affrettiam! Andiam, Manon!
Orsù, affrettiam!
O mia diletta Manon, t’affretta!
D’uopo è partir – tosto fuggir!
Torturar mi vuoi ancor!

LESCAUT
Oh, il bel forzier – peccato inver!
Nostro cammino sarà il giardino,
in un istante dell’alte piante
sotto l’ombria siam sulla via.
Buon chi ci piglia!

MANON
(prende altri gioielli e li nasconde nella mantiglia)
Saria imprudenza lasciar quest’oro,
o mio tesoro, o mio tesoro!

DES GRIEUX
Con te portar dei solo il cor.
Io vo’ salvar solo il tuo amor.

LESCAUT (dalla finestra)
Maledizion!
Eccoli, accerchian la casa!

DES GRIEUX
Manon!

MANON
Des Grieux!
Di qua! Di là! Fuggiam, fuggiam!
Ebben, di là!

DES GRIEUX
Fuggiam, fuggiam! no, no!
di là, presto, presto!

LESCAUT
Il vecchio ordina, sbraita,
le guardie sfilano...

MANON
Ohimè!

DES GRIEUX
Fuggiam!

LESCAUT
...gli arcier s’appostano!
(Manon e Des Grieux sono indecisi sul modo di
scappare. Lescaut corre alla porta e la chiude.)
Entrano, salgono!
Eccoli!

DES GRIEUX
Dimmi, qui v’è un’uscita?

MANON
Sì, laggiù all’alcova!

LESCAUT
(spingendo entro all’alcova Manon e Des Grieux poi li
segue)
Eccoli, eccoli – salgono, salgono!

MANON (nell’alcova)
Ah! Ah!

(Manon esce dall’alcova seguita da Lescaut e Des
Grieux. Dalle cortine dell’alcova appaiono un sergente
e due arcieri mentre Geronte e una squadra di soldati
entrano dalla porta.)


SERGENTE
Nessun si muova!
(Geronte sogghigna ironicamente a Manon la quale
per lo spavento lascia sfuggire la mantiglia e i gioielli
si spargono al suolo. Des Grieux sguaina la spada.)

LESCAUT
(disarmando Des Grieux)
Se vi arrestan, cavalier,
chi potrà Manon salvar?
(A un cenno di Geronte, Manon è trascinato via dai
soldati.)

DES GRIEUX
(disperato, vorrebbe slanciarsi dietro a Manon, ma è
trattenuto da Lescaut)
O Manon! O mia Manon!

INTERMEZZO

LA PRIGIONIA – IL VIAGGIO ALL’HAVRE
Des Grieux:”...Gli è che io l’amo! La mia passione è
così forte che io mi sento la più sfortunata creatura
che viva. Quello che io ho tentato a Parigi per
ottenere la sua libertà!...Ho implorato i potenti!...Ho
picchiato e supplicato a tutte le porte!...Persino alla
violenza ho ricorso!...Tutto fu inutile. Una sol via mi
rimane: seguirla! Ed io la seguo! Dovunque ella
vada!...Fosse pure in capo al mondo!...”
(Storia di Manon Lescaut e del cavaliere Des Grieux
dell’abate Prévost)

ATTO TERZO

LE HAVRE

Piazzale presso il porto
(Il porto è nel fondo. Si vede la metà di una nave da
guerra. A sinistra, l’angolo di una caserma con una
grossa finestra, con inferriata. Nella facciata verso la
piazza, il portone chiuso, innanzi al quale passeggia
una sentinella. A destra, una casa e un viottolo che una
lanterna rischiara debolmente. È l’ultima ora della
notte; il cielo si andrà gradatamente rischiarando. Des
Grieux e Lescaut stanno di fronte alla caserma dov’è
rinchiusa Manon.)


DES GRIEUX
Ansia eterna, crudel.

LESCAUT
Pazienza ancor.
La guardia là fra poco monterà
l’arcier che ho compro.
Pazienza ancor.

DES GRIEUX
L’attesa m’accora!
(accenna alla finestra della caserma)
La vita mia, l’anima tutta è là!

LESCAUT
Manon sa già
e attende il mio segnale e a noi verrà.
Io intanto cogli amici
là il colpo tenterò!
Manon all’alba libera farò!
(Si avvolge nel ferraiolo fino agli occhi e va
cautamente nel fondo ad osservare.)

DES GRIEUX
Dietro al destino mi traggo livido,
e notte e dì cammino.
E un miraggio m’angoscia, m’esalta!
Vicino or m’è, poi fugge se l’avvinghio!
Parigi ed Havre – fiera, triste agonia!
Oh, lungo strazio della vita mia!

LESCAUT (avvicinandosi a Des Grieux)
Vengono!
(Dalla caserma esce un picchetto guidato da un
sergente che viene a cambiare la guardia.)

DES GRIEUX
Alfin!

LESCAUT
(indicando uno dei soldati)
Ecco là l’uomo – è quello!
(Il picchetto rientra in caserma.)
È l’Havre addormentata!
L’ora è giunta!
(Scambia un rapido cenno con la sentinella, che si
allontana; poi si avvicina alla finestra, picchia con
precauzione alle sbarre di ferro. Des Grieux immobile,
tremante, guarda. La finestra si apre e appare Manon.
Des Grieux corre alla finestra.)

DES GRIEUX
Manon!

MANON
Des Grieux!
(Sporge le mani dall’inferriata e Des Grieux le bacia
con trasporto.)

LESCAUT (fra sé)
Al diavolo l’America!
Manon non partirà!

MANON
Tu, amore?
Nell’onta non m’abbandoni?

DES GRIEUX
Abbandonarti? Mai!

MANON
Amore!

DES GRIEUX
Se t’ho seguita per la lunga via...

MANON
Amore!

DES GRIEUX
...fu perché fede mi regnava in core.

MANON
Amore!

DES GRIEUX
Fra poco mia sarai!

MANON
Tua, fra poco! Fra poco, tua!

DES GRIEUX
(interrompendola come un lampionaio entra nella
piazza)
Taci, taci!

LAMPIONAIO
(si avvicina alla lampada)
E Kate rispose al Re:
“D’una zitella perché tentar il cor?
Per un marito mi fe’ bella il Signor!”
(spegnendo la luce)
Rise il Re, poi le die’ gemme ed or,
ed un marito, e n’ebbe il core.
(Si allontana dal viottolo. Comincia ad albeggiare.)

DES GRIEUX
È l’alba! O mia Manon,
pronta alla porta del cortil sii tu.
V’è là Lescaut, con uomini devoti.
Là vanne e tu sei salva!

LAMPIONAIO (da lontano)
E Kate rispose al Re –
Rise il Re poi le die’ gemme ed or.

MANON
Tremo, pavento per te!
Tremo e m’angoscio, né so il perché!
Ah, una minaccia funebre io sento!
Tremo a un periglio che ignoto m’è.

DES GRIEUX
Manon, disperato è il mio prego!
L’affanno la parola mi spezza.
Vuoi che m’uccida qui?
Ti scongiuro, Manon, ah, vieni!
Salviamoci!
(indicando il viottolo)
Vien, ti scongiuro!
Ah, vieni! Salviamoci!

MANON
E sia! Chiedimi tutto!
Son tua, m’attendi, amore!
(Des Grieux addita il viottolo. Manon gli manda un
bacio e si ritira dalla finestra. Improvvisamente si ode
uno sparo; Des Grieux corre verso il viottolo.)

VOCI (da lontano)
All’armi! All’armi!

LESCAUT (entrando, con la spada sguainata)
Perduta è la partita!
Cavalier, salviam la vita!

DES GRIEUX
Che avvenne?

VOCI (da lontano)
All’armi!

LESCAUT
Udite come strillano!
Fallito è il colpo!

VOCI DELLE DONNE (da lontano)
Ah!

DES GRIEUX (sguainando la sua spada)
Venga la morte!
Ah, fuggir? Giammai!

LESCAUT (interrompe Des Grieux)
Ah, pazzo inver!

MANON (riapparendo alla finestra, agitata)
Se m’ami, in nome di Dio
t’invola, amor mio!
(Abbandona la finestra e scompare.)

DES GRIEUX
Ah, Manon!

LESCAUT (trascinando via Des Grieux)
Cattivo affar!
(Attratti dagli spari e da gridi d’allarme, i cittadini
accorrono, con grande confusione.)


CITTADINI (fra sé)
Ah!
Udiste? – Che avvenne?
Che fu? Fu un ratto? Rivolta?
Fuggiva una donna?
Udiste? Che avvenne? Che fu?
Fuggiva una donna.
La folta tenebra protesse
laggiù i rapitori, ecc.
Più d’una –
(Rulli di tamburi; si apre il portone della caserma; esce
il sergente con un pichetto di soldati, in mezzo ai quali
stanno donne incatenate. Manon è fra loro.)

SERGENTE (alla folla)
Il passo m’aprite.
(Il comandante della nave scende, seguito da un
drappello di marinai.)

COMANDANTE (al sergente)
È pronta la nave.
L’appello affrettate!

CITTADINI
Silenzio!
L’appello cominciano già!
(Con un foglio in mano fa l’appello; le donne passano
presso al drappello dei marinai mentre il comandante
annota i nomi su un registro.)

SERGENTE
Rosetta!
(Rosetta passa sfrontatamente.)

CITTADINI
Eh! Che aria!
È un amore!

SERGENTE
Madelon!
(Madelon passa indifferente e sorridendo.)

CITTADINI
Ah! qui sei ridotta! Ah, ah! –
Che riso insolente!

SERGENTE
Manon!
(Manon passa lentamente cogli occhi a terra.)

CITTADINI
Chissà? – Una sedotta!
È bella davvero!

LESCAUT
Costei? V’è un mistero!

UOMINI
Sedotta? Tradita?

CITTADINI
Madonna è dolente! Ah! Ah!
Affè, che dolore!

LESCAUT
Costei fu rapita fanciulla
all’amore d’un vago garzone!

SERGENTE
Ninetta!
(Passa.)

CITTADINI
Che incesso!
(Des Grieux cautamente si avvicina a Manon cercando
di nascondersi dietro di lei.)

MANON
Des Grieux, fra poco lungi sarò.

UOMINI (a Lescaut)
Che infamie! Che orror!

SERGENTE
Caton!
(Caton passa imponente.)

CITTADINI
È una dea!

MANON
Questo è il destino mio.
E te perduto per sempre avrò!
Ultimo bene! Addio!

LESCAUT
Rapita alle nozze
e a sozze carezze gittata!

UOMINI
Fa compassione!
È sempre così!

SERGENTE
Regina!
(Regina passa pavoneggiandosi; alcuni cittadini
ridono.)

CITTADINI
Qui sei ridotta!
Questa vorrei! Che amore!
Che riso insolente!

MANON
Alla tua casa riedi!
Addio! Addio!

LESCAUT
Pel gaudio d’un dì –
d’un vecchio signor
poi, sazio, cacciata!

UOMINI
Che infamia! Che orrore! Fa pietà!
Ah, fa compassion, pietà!

LESCAUT (indicando Des Grieux)
Vedete quel pallido
che presso le sta?

SERGENTE
Claretta!
(Una bionda va al suo posto, frettolosamente.)

CITTADINI
Ah! Ah! Che bionda!

MANON
Devi Manon scordar!

DES GRIEUX
Ah, guardami e vedi
com’io soggiacio a questa angoscia amara!
Ah! Ogni pensiero si scioglie in pianto!

MANON
Forse abbastanza non fosti amato;
quest’è il rimorso mio!
Ma tu perdona, mio amor, ah,
amore immenso, amore, addio!

LESCAUT
Lo sposo è quel misero
che presso le sta! Vedete?

UOMINI
Inver, fa pietà! Orror!

CITTADINI
Che gaia assemblea!

SERGENTE
Violetta!
(Una bruna passa con modo procace.)

CITTADINI
Che bruna!

MANON
Ora a tuo padre dei far ritorno,
devi Manon scordar!

DES GRIEUX
Ah, m’ho nell’animo l’odio soltanto,
degli’uomini e di Dio!

LESCAUT
Così, fra catene, nel fango avvilita,
rivede e rinviene la sposa rapita!

UOMINI
Che infamia! Orror!
Inver, fa pietà!
Infamia ed orrore!
Fa compassione, pietà!

SERGENTE
Nerina!...
Elisa!
(Passano.)

CITTADINI
Che splendidi nèi!
Di vaghe nessuna!
Che gaia assemblea!

SERGENTE
Ninon!
(Ninon si copre il volto con le mani.)

MANON
Mio amor, addio!

SERGENTE
Giorgetta!
(Giorgetta passa.)

CITTADINI
Infamia! orror! Ah! ah! ah!

SERGENTE (alle prigioniere)
Presto! In fila! Marciate!
(vedendo Manon ferma presso a Des Grieux)
Costui ancor qui?
Finiamola!
(Prende brutalmente Manon per un braccio e la spinge
verso le altre.)

DES GRIEUX (strappa Manon dalle mani del sergente)
Indietro!

SERGENTE (a Des Grieux)
Via!

UOMINI (spinti da Lescaut)
Coraggio!

DES GRIEUX
Ah, guai a chi la tocca!
Manon, ti stringi a me!

UOMINI
Così! Bravo!

COMANDANTE
Che avvien?

DES GRIEUX
Ah, non v’avvicinate!
Ché, vivo me,
costei nessun strappar potrà!
(Scorgendo il comandante, vinto da profonda
emozione, singhiozza; le sue braccia che stringevano
Manon si sciolgono.)
No! Pazzo son! Guardate!
(al comandante)
Come io piango ed imploro,
come io piango, guardate,
come io chiedo pietà!
Udite! M’accettate qual mozzo
o a più vile mestiere
ed io verrò felice!
M’accettate!
Ah, guardate, io piango e imploro!
Vi pigliate il mio sangue – la vita!
V’imploro, vi chiedo pietà!
Ingrato non sarò!
(Cade in ginocchio.)

COMANDANTE
(commosso si piega verso Des Grieux, gli sorride)
Ah! Popolar le Americhe,
giovinotto, desiate?
Ebben – sia pur!
Via, mozzo, v’affrettate!
(Des Grieux getta un grido di gioia e bacia la mano del
comandante. Manon si volge, vede, comprende. Stende
le braccia a Des Grieux che corre da lei. Lescaut, in
disparte crolla il capo e se ne va.)

ATTO QUARTO

IN AMERICA

Una landa deserta sui confini della Nuova Orléans.
(Terreno brullo ed ondulato; orizzonte vastissimo: cielo
annuvolato. Scende la sera. Manon e Des Grieux
avanzano lentamente dal fondo; sono poveramente
vestiti. Manon estenuata, s’appoggia a Des Grieux, che
la sostiene a fatica.)


DES GRIEUX
Tutta su me ti posa,
o mia stanca diletta.
La strada polverosa, la strada maledetta
al termine s’avanza.

MANON
Innanzi, innanzi ancor!
L’aria d’intorno or si fa scura.

DES GRIEUX
Su me ti posa!

MANON
Erra la brezza nella gran pianura
e muore il giorno!
Innanzi, innanzi! No –
(Cade.)

DES GRIEUX
Manon!

MANON
Son vinta! Mi perdona!
Tu sei forte, t’invidio;
donna, debole, cedo!

DES GRIEUX
Tu soffri?

MANON
Orribilmente!
(Manon sforzandosi risponde.)
No! Che dissi?
Una vana, stolta parola.
Deh, ti consola!
Chieggo breve riposo – un solo istante.
Mio dolce amante, a me t’appressa, a me!

DES GRIEUX
Manon, senti, amor mio!
Non mi rispondi, amore?
Vedi, son io che piango,
io che imploro, io che carezzo e bacio
i tuoi capelli d’oro!
Ah, Manon! Manon, rispondi a me!
Tace! Maledizione!
(Le tocca la fronte; fra sé)
Crudel febbre l’avvince.
Disperato mi vince
un senso di sventura,
un senso di tenebre e di paura!
(a Manon)
Rispondimi, amor mio!
Tace! Manon, non mi rispondi?

MANON (rinvenendo poco a poco)
Sei tu che piangi?
Sei tu che implori?
I tuoi singulti ascolto,
e mi bagnano il volto
le tue lagrime ardenti.
Ah, sei tu che piangi e implori?
Amor, aita!

DES GRIEUX
O amore! O Manon!
Ah, Manon, amor mio!

MANON
Amor! Amor, aita!

DES GRIEUX
O mia Manon!

MANON
La sete mi divora – amore, aita, aita!

DES GRIEUX
Tutto il mio sangue per la tua vita!
(Corre verso il fondo scrutando l’orizzonte.)
É nulla! Nulla!
Arida landa, non un filo d’acqua –
O immoto cielo!
O Dio, a cui fanciullo anch’io levai
la mia preghiera, un soccorso!

MANON
Sì, un soccorso! Tu puoi salvarmi!
Senti, qui poserò!
E tu scruta il mister dell’orizzonte
e cerca monte o casolar.
Oltre ti spingi e con lieta favella,
lieta novella poi vieni a recar!
(Des Grieux resta ancora indeciso poi s’allontana a
poco a poco; giunto nel fondo ci ripensa e poi con
decisione parte correndo.)
Sola, perduta, abbandonata
in landa desolata! Orror!
Intorno a me s’oscura il ciel.
Ahimè, son sola!
E nel profondo deserto io cado,
strazio crudel, ah,
sola, abbandonata, io la deserta donna!
Ah, non voglio morir!
Tutto dunque è finito.
Terra di pace mi sembrava questa!
Ah, mia beltà funesta
ire novelle accende –
strappar da lui mi si volea;
or tutto il mio passato orribile risorge,
e vivo innanzi al guardo mio si posa.
Ah, di sangue s’è macchiato!
Ah, tutto è finito!
Asil di pace ora la tomba invoco.
No, non voglio morir!
Amore, aita! No!
(Des Grieux ritorna.)
Fra le tue braccia, amore, l’ultima volta!
Apporti tu la novella lieta?

DES GRIEUX
Nulla rinvenni,
l’orizzonte nulla mi rivelò,
lontano spinsi lo sguardo invano.

MANON
Muoio: scendon le tenebre;
su me la notte scende.

DES GRIEUX (con passione per confortarla)
Un funesto delirio ti percuote, t’offende.
Posa qui dove palpito,
in te ritorna ancor!

MANON
Io t’amo tanto – e muoio!
Già la parola manca al mio voler,
ma posso dirti che t’amo tanto!
Oh, amore, ultimo incanto,
ineffabile ebbrezza!
O mio estremo desir,
io t’amo, t’amo tanto!

DES GRIEUX
(toccandole il volto, poi fra sé stesso, atterrito)
Gelo di morte!
Dio, l’ultima speme infrangi.

MANON
Mio dolce amor, tu piangi.
Non è di lagrime,
ora di baci è questa;
il tempo vola – baciami!

DES GRIEUX
O immensa delizia mia,
tu fiamma d’amore eterna.

MANON
La fiamma si spegne –
parla, deh! parla – ahimè!

DES GRIEUX
Manon!

MANON
Più non t’ascolto – ahimè!
Qui, qui, vicino a me, voglio il tuo volto,
così, così, mi baci –
vicino a me, ancor ti sento –
Ahimè!

DES GRIEUX
Senza di te perduto –
ti seguirò.

MANON (con un ultimo sforzo)
Non voglio! Addio –
Cupa è la notte –
ho freddo.
Era amorosa la tua Manon? Rammenti?
Dimmi – la luminosa mia giovinezza?
Il sol più non vedrò!

DES GRIEUX
Mio Dio!

MANON
Le mie colpe – travolgerà l’oblio –
ma l’amor mio – non muor.
(Des Grieux pazzo di dolore, scoppia in un pianto
convulso; poi cade svenuto sul corpo di Manon.)

FINE
libretto by Ruggero Leoncavallo, Marco Praga, Giuseppe Giacosa, Domenico Oliva, Luigi Illica, Giacomo Puccini 

 

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