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“Il trittico (Il tabarro, Suor Angelica, Gianni Schicchi)” by Giacomo Puccini libretto (Italian)
Contents: Il Tabarro; Suor Angelica; Gianni Schicchi |
Personaggi Suor Angelica — soprano La zia principessa — contralto La badessa — mezzo-soprano La suora zelatrice — mezzo-soprano La maestra delle novizie — mezzo-soprano Sour Genovieffa — soprano Suor Osmina — soprano Suor Dolcina — soprano La suora infermiera — mezzo-soprano Le cercatrici — soprani, coro Le novizie — soprani, coro Le converse — soprano e mezzosoprano, coro L'azione si svolge in un monastero sul finire del 1600. |
L'interno di un monastero. La chiesetta e il chiostro. Nel fondo, oltre gli archi di destra, il cimitero; oltre gli archi di sinistra, l'orto. Nel mezzo della scena, cipressi, una croce, erbe e fiori. Nel fondo a sinistra, fra piante di acoro, una fonte il cui getto ricadrà in una pila in terra. Tramonto di primavera. Un raggio di sole batte al disopra del getto della fonte. La scena è vuota. Le suore sono in chiesa e cantano. CORO (di dentro) Ave Maria, piena di grazia, il Signore è teco. (Due converse, in ritardo, traversano la scena; si soffermano un istante ad ascoltare un cinguettìo che scende dai cipressi, quindi entrano in chiesa.) Tu sei benedetta fra le donne; benedetto il frutto del ventre tuo, Gesù. (Suor Angelica, anch'essa in ritardo, esce da destra, si avvia in chiesa, apre la porta, fa l'atto di contrizione delle ritardatarie che le converse non hanno fatto: si inginocchia e bacia la terra, quindi richiude la porta.) |
Santa Maria, prega per noi peccatori. SUOR ANGELICA (di dentro) Prega per noi peccatori, ora e nell’ora della nostra morte. CORO Prega per noi peccatori, ora e nell’ora della nostra morte. E così sia. (Le suore escono dalla chiesa a due per due. La badessa si sofferma davanti alla croce. Le suore, passandole innanzi, le fanno atto di reverenza. La badessa fa il gesto della benedizione e, quando tutte le suore le sono passate davanti, si ritira. Le suore non si sciolgono ancora, restano unite, ormando una specie di semicerchio a piccoli gruppi. La suora zelatrice viene nel mezzo.) LA SUORA ZELATRICE (alle due converse) Sorelle in umiltà, mancaste alla quindena, ed anche Suor Angelica, che però fece contrizione piena. Invece voi, sorelle, peccaste in distrazione, e avete perso un giorno di quindena! |
UNA CONVERSA M’accuso della colpa e Invoco una gran pena, e più grave sarà, e più grazie vi dirò, sorella in umiltà, (Resta in attesa della penitenza.) LA MAESTRA DELLE NOVIZIE (alle novizie, come spiegando) Chi arriva tardi in coro, si prostri e baci terra, LA SUORA ZELATRICE (alle converse) Farete venti volte la preghiera mentale per gli afflitti e gli schiavi e per quelli che stanno in peccato mortale, UNA CONVERSA Con gioia e con fervore! LE DUE CONVERSE Cristo Signore, Sposo d’Amore, io voglio sol piacerti, Sposo d’Amor, ora e nell’ora della mia morte, Amen. (Si ritirano, compunte, sotto gli archi di destra.) |
LA SUORA ZELATRICE (a Suor Lucilla, porgendole l'occorrente per filare) Suor Lucilla, al lavoro. Ritiratevi. E osservate il silenzio. (Suor Lucilla si ritira, filando.) LA MAESTRA DELLE NOVIZIE (alle due novizie) Perché stasera in coro ha riso e fatto ridere. LA SUORA ZELATRICE (a Suor Osmina) Voi, Suor Osmina, in chiesa tenevate nascoste nelle maniche due rose scarlattine. SUORE OSMINA Non è vero! LA SUORA ZELATRICE Sorella, entrate in cella. (Suor Osmina scuote le spalle.) Non tardate! La Vergine vi guarda! (Suor Osmina si avvia; tutti gli sguardi la seguono sotto gli archi finché non scompare nella sua cella.) SEI SUORE Regina virginum, ora pro ea. (Suor Osmina chiude bruscamente la porta della sua cella.) |
LA SUORA ZELATRICE Ed or, sorelle In gioia, poiché piace al Signore e per tornare più allegramente a faticare per amor Suo, ricreatevi! LE SUORE Amen! (Le figure bianche delle suore si sparpagliano per il chiostro e oltre gli archi. Suor Angelica zappetta la terra e innaffia le erbe ed i fiori.) SUOR GENOVIEFFA Oh sorelle, sorelle, io voglio rivelarvi che una spera di sole è entrata in clausura! Guardate dove batte, là, là fra la verzura! Il sole è sull’acoro! Comincian le tre sere della fontana d’oro. LE SUORE È vero, fra un’istante vedrem l’acqua dorata. UNA SUORA E per due sere ancora. |
LE SUORE È Maggio! È Maggio! È il bel sorriso di Nostra Signora che viene con quel raggio. Regina di Clemenza, grazie, grazie. UNA NOVIZIA Maestra, vi domando licenza di parlare. LA MAESTRA DELLE NOVIZIE Sempre per laudare le cose sante e belle. LA NOVIZIA Qual grazia della Vergine rallegra le sorelle? LA MAESTRA DELLE NOVIZIE Un segno risplendente della bontà di Dio! Per tre sere dell’anno solamente, all’uscire dal coro, Dio ci concede di vedere il sole che batte sulla fonte e la fa d’oro. LA NOVIZIA E l’altre sere? LA MAESTRA DELLE NOVIZIE O usciamo troppo presto e il sole è alto, o troppo tardi e il sole è tramontato. |
LE SUORE Un altr’anno è passatoi È passato un altr’anno! E una sorella manca. (Un silenzio doloroso è nel chiostro; le suore assorte in un atteggiamento di muta preghiera sembrano rievocare l'immagine della sorella che non è più.) SUOR GENOVIEFFA O sorelle in pio lavoro, quando il getto s’è infiorato, quando il getto s’è indorato, non sarebbe ben portato un secchiello d’acqua d’oro sulla tomba a Bianca Rosa? LE SUORE SÌ, la suora che riposa lo desidera di certo. SUOR ANGELICA I desideri sono i fiori dei vivi, non fioriscon nel regno delle morte, perché la Madre Vergine soccorre e in Sua benignità liberamente al desiar precorre; prima che un desiderio sia fiorito la Madre delle Madri l’ha esaudito. O sorella, la morte è vita bella! |
LA SUORA ZELATRICE Noi non possiamo nemmen da vive avere desideri. SUOR GENOVIEFFA Se son leggeri e candidi, perché? Voi non avete un desiderio? LA SUORA ZELATRICE Io no! UNA SUORA Ed io nemmeno! UN’ALTRA SUORA lo no! UNA NOVIZIA lo no! SUOR GENOVIEFFA lo sì, lo confesso. (volgendo lo sguardo in alto) Soave Signor mio, tu sai che prima d’ora nel mondo ero pastora. Da cinqu’anni non vedo un agnellino; Signore, ti rincresce se dico che desidero vederne uno piccino, poterlo carezzare, toccargli il muso fresco |
e sentirlo belare? Se è colpa, t’offerisco il Miserere mei. Perdonami, Signore, Tu che sei l’Agnus Dei. SUOR DOLCINA Ho un desiderio anch’io! LE SUORE Sorella, li sappiamo i vostri desideri! Qualche boccone buono! Della frutta gustosa! La gola è colpa grave! È golosa! È golosa! (Suor Dolcina resta mortificata ed interdetta.) SUOR GENOVIEFFA (che si è avvicinata in compagnia di alcune suore a Suor Angelica) Suor Angelica, e voi? Avete desideri? SUOR ANGELICA (volgendosi verso il gruppo) Io! No, sorella, no. (Suor Angelica si volge ancora ai fiori. Le suore fanno gruppo dalla parte opposta e mormorano.) |
LE SUORE Che Gesù la perdoni, ha detto una bugìa! Ha detto una bugìa! UNA NOVIZIA Perché? LE SUORE Noi lo sappiamo, ha un grande desiderio! Vorrebbe aver notizie della famiglia sua. Son più di sett’anni da quando è in monasterio, non ha avuto più nuove. E sembra rassegnata, ma è tanto tormentata. (allontanandosi sempre più da Suor Angelica) Nel mondo era ricchissima, lo disse la badessa. Era nobile! Nobile! Nobile! Principessa! La vollero far monaca sembra per punizione. Perché? Perché? Chi sa? Ma!? Ma!? (Si disperdono qua e là.) LA SUORA INFERMIERA (accorrendo frettolosa) Suor Angelica, sentite! |
SUOR ANGELICA O sorella Infermiera, che cosa accadde, dite! LA SUORA INFERMIERA Suora Chiara là nell’orto assettava la spalliera delle rose; all’Improvviso, tante vespe sono uscite, l’han pinzata qui nel viso! Ora è in cella e si lamenta. Ah! calmatele, sorella, il dolor che la tormenta. LE SUORE Poveretta! Poveretta! SUOR ANGELICA Aspettate, ho un’erba e un fiore. (Corre cercando fra le erbe e i fiori.) LA SUORA INFERMIERA Suor Angelica ha sempre una ricetta buona, fatta coi fiori; sa trovar sempre un’erba benedetta per calmare i dolori. |
SUOR ANGELICA (alla suora infermiera, porgendole un'erba) Ecco, quest’è calenzola; col latticelo che ne cola le bagnate l’inflaglone; (dandole un'altra erba) e con questa una pozione. Dite a Sorella Chiara che sarà molto amara, me che le farà bene. E le direte ancor che punture di vespe sono piccole pene, e che non si lamenti, che a lamentarsi crescono i tormenti. LA SUORA INFERMIERA Le saprò riferire. Grazie, sorella, grazie. SUOR ANGELICA Son qui per servire. (Dal fondo a sinistra entrano due suore cercatrici conducendo un ciuchino carico di roba.) SUORE CERCATRICI Laudata Maria! LE SUORE E sempre sia! (Le suore attorniano il ciuchino, mentre le suore cercatrici scaricano e consegnano le limosine alla suora dispensiera.) |
SUORE CERCATRICI Buona cerea stasera, sorella dispensiera! PRIMA SUORA CERCATRICE Un otre d’olio. SUOR DOLCINA Uhi buono! SECONDA SUORA CERCATRICE Nocciole, sei collane. PRIMA SUORA CERCATRICE Un panierin di noci. SUOR DOLCINA Buone con sale e panei LA SUORA ZELATRICE (riprendendola) Sorella! PRIMA SUORA CERCATRICE Qui farinai E qui un cacciotella che suda ancora latte, buona come una pasta; e un sacchetto di lenti, dell’uova, burro e basta. LE SUORE Buona cerca stasera, sorella dispensiera! |
(La seconda suora cercatrice porta via il ciuchino.) PRIMA SUORA CERCATRICE (a Suor Dolcina) Per VOI, sorella ghiotta... SUOR DOLCINA Un tralcetto di ribes! Degnatene, sorelle! LE SUORE Grazie! Grazie! UNA SUORA Uh! Se ne prendo un chicco, la martorio! SUOR DOLCINA NO, prendete! LE SUORE Grazie! Grazie! (Formano un gruppetto a destra e beccano il ribes fra risatine discrete.) PRIMA CERCATRICE Chi è venuto stasera in parlatorio? LE SUORE Nessuno. Nessuno. Perché? |
PRIMA SUORA CERCATRICE Fuor del portone c’è fermata una ricca berlina. SUOR ANGELICA (volgendosi alla sorella cercatrice, come assalita da un’improvvisa inquietudine) Come, sorella, avete detto? Una berlina è fuori? Ricca? ricca? ricca? PRIMA SUORA CERCATRICE Da gran signori. Certo aspetta qualcuno che è entrato nel convento, e forse fra un momento suonerà la campana a parlatorio. SUOR ANGELICA Ah, ditemi, sorella, com’era la berlina? Non aveva uno stemma, uno stemma d’avorio? E dentro tappezzata d’una seta turchina ricamata in argento? PRIMA SUORA CERCATRICE lo non so, sorella, non lo so; ho veduto soltanto una berlina, bella! |
LE SUORE (osservando curiosamente Suor Angelica) È diventata bianca. Ora è tutta vermigliai Poverina! È commossa! È commossa! Poverina! Spera che sian persone di famiglia! (Suona una campanella. Le suore accorrono da ogni parte.) Vien gente in parlatorio! Una visita viene! Per chi? Per chi? Per chi? Per chi sarà? UNA SUORA Fosse per me! Fosse la mia cugina che porta il seme di lavanda buono. UN’ALTRA SUORA Per me! Fosse mia madre che ci porta le tortorine bianche. (Suor Genovieffa si avvicina alle compagne, indicando con un gesto pietoso Suor Angelica.) SUOR ANGELICA (volgendo gli occhi al cielo) O madre eletta, leggimi nel cuore. Volgi per me un sorriso al Salvatore. |
SUOR GENOVIEFFA (a Suor Angelica) O sorella In amore, noi preghIam la Stella delle Stelle che la visita adesso sia per voi. SUOR ANGELICA Buona sorella, grazie, grazie. (Entra la badessa.) LA BADESSA Suor Angelica! (La badessa fa cenno alle suore che si ritirino; queste si avviano, scorgono che la fontana si è fatta d’oro, prendono un secchiolino d’acqua, si dirigono verso il cimitero e scompaiono.) SUOR ANGELICA Madre, Madre, parlate! Chi è? Chi è? Madre, parlate! Son sett’anni che aspetto, che aspetto una parola, uno scritto. Tutto ho offerto alla Vergine in piena espiazione. LA BADESSA Offritele anche l’ansia che adesso vi scompone. (Suor Angelica, affranta, si curva lentamente in ginocchio e si raccoglie.) |
LE SUORE (dal cimitero) Requiem aeternam dona eis, Domine: et lux perpetua lueeat eis. Requieseat in pace. Amen. Amen. SUOR ANGELICA Madre, sono serena sottomessa. LA BADESSA È venuta a trovarvi vostra zia Principessa. SUOR ANGELICA Ah! LA BADESSA In parlatorio si dica quanto vuole ubbidienza, necessità. Ogni parola è udita dalla Vergine Pia. SUOR ANGELICA La Vergine m’ascolti e così sia. (La badessa si incammina verso la porticina del parlatorio. Suor Angelica si rialza e si avvia verso gli archi del parlatorio. La porticina viene aperta in dentro dalla suora clavaria che rimarrà a fianco della porta aperta. Siamo adesso nel parlatorio. Passa davanti alla badessa e la suora clavaria una figura nera severamente composta in un naturale atteggiamento di grande dignità aristocratica; è la zia Principessa. Entra, cammina |
lentamente appoggiandosi a un bastoncino d’ebano. Si sofferma; getta per un attimo lo sguardo sulla nipote, freddamente e senza tradire nessuna emozione. Suor Angelica alla vista della zia è presa da grande emozione, ma si frena, perché si scorgono ancora nell’ombra la badessa e la suora clavaria. La porticina si richiude sulle due suore. Suor Angelica, commossa, quasi vacillante, va incontro alla zia, ma la vecchia protende la sinistra come per consentire soltanto all’atto sottomesso del baciamano. Suor Angelica prende la mano che le viene tesa, la porta alle labbra e, mentre la zia siede, ella cade in ginocchio. Suor Angelica non toglie mai lo sguardo dal volto della zia, uno sguardo pietoso, implorante. La vecchia invece, ostentatamente, guarda avanti a sé.) LA ZIA PRINCIPESSA Il Principe Gualtiero vostro padre, la Principessa Clara vostra madre, quando vent’anni or sono vennero a morte, (si interrompe per farsi il segno della croce) m’affidarono i figli e tutto il patrimonio di famiglia. |
Io dovevo dividerlo quando ciò ritenessi conveniente e con giustizia piena. E quanto ho fatto. Ecco la pergamena. Voi potete osservarla, discuterla, firmarla. SUOR ANGELICA Dopo sett’anni son davanti a voi. Ispiratevi a questo luogo santo. È luogo di clemenza, è luogo di pietà. LA ZIA PRINCIPESSA Di penitenza. IO debbo rivelarvi la ragione perché addivenni a questa divisione. Vostra sorella Anna Viola anderà sposa. SUOR ANGELICA Sposa?! Sposa la piccola Anna Viola? La sorellina, la piccina? Ah! ah! son sett’anni! Son passati sett’anni! Ah! ah! O sorellina bionda che vai sposa, O sorellina mia, tu sia felice! E chi la ingemma? LA ZIA PRINCIPESSA Chi per amore condonò la colpa di cui macchiaste il nostro bianco stemma. |
SUOR ANGELICA Sorella di mia madre, voi siete inesorabile! LA ZIA PRINCIPESSA Che dite? E che pensate? Inesorabile! Inesorabile! Vostra madre invocate quasi contro di me? Contro di me! Vostra madre invocate quasi contro di me? Di frequente, la sera, là, nel nostro oratorio, Io mi raccolgo. Nel silenzio di quei raccoglimenti, il mio spirito par che s’allontani e s’incontri con quel di vostra madre in colloqui eterei, arcani. Com’è penoso, com’è penoso udire i morti dolorare e piangere! Quando l’estasi mistica scompare per voi ho serbata una parola sola: Espiare! espiare! Offritela alla Vergine la mia giustizia. SUORA ANGELICA Tutto ho offerto alla Vergine, sì, tutto. |
Ma v’è un’offerta che non posso fare; alla Madre soave delle Madri, non posso offrire di scordar mio figlio! Mio figlio! Mio figlio, il figlio mio! Figlio mio! La creatura che mi fu, mi fu strappata! Figlio mio, che ho veduto e ho baciato una sol volta! Creatura mia! Creatura mia lontana! È questa la parola che invoco da sett’anni! Parlatemi di lui! Com’è, com’è mio figlio? Com’è dolce il suo volto? Come sono i sui occhi? Parlatemi di lui! Di mio figlio! Parlatemi di lui! (La vecchia tace.) Perché tacete? Perché, perché? Un altro istante di questo silenzio e vi dannate per l’eternità! La Vergine ci ascolta e Lei vi giudica! LA ZIA PRINCIPESSA Or son due anni venne colpito da fiero morbo. Tutto fu fatto per salvarlo. |
SUOR ANGELICA È morto? (La zia curva il capo e tace.) Ah! (Suor Angelica cade di schianto a terra. La zia si alza come per soccorrerla, credendola svenuta; ma, al singhiozzare di Suor Angelica, frena il suo movimento. Si volge verso un'immagine sacra che è al muro e con le due mani appoggiate al bastoncino, la testa curva, in silenzio prega. Nel parlatorio è già la semioscurità della sera. Entra la suora clavaria con una lucernina ad olio che pone sul tavolo. La zia si volge e parla sottovoce alla suora clavaria. La suora esce e ritorna colla badessa recando una tavoletta con un calamaio e una penna. Suor Angelica ode entrare le due suore, si volge, comprende, in silenzio si trascina verso il tavolo e firma la pergamena. Le due suore escono. La zia Principessa prende la pergamena, si avvicina a Suor Angelica, ma questa fa un leggero movimento per ritrarsi. Allora la zia procede verso la porta, batte col bastoncino. La suora clavaria apre, entra, prende il lume, va avanti; la Principessa la segue; di sulla soglia volge uno sguardo alla nipote; esce, scompare; la suora clavaria richiude la porta. La sera è calata; nel cimitero le suore vanno accendendo i lumini sulle tombe.) |
Senza mamma, O bimbo, tu sei morto. Le tue labbra senza i baci miei, scoloriron fredde, fredde, e chiudesti, O bimbo, gli occhi belli. Non potendo carezzarmi, le manine componesti in croce. E tu sei morto senza sapere quanto t’amava questa tua mamma. Ora che sei un angelo del cielo, ora tu puoi vederla, la tua mamma. Tu puoi scendere giù pel firmamento ed aleggiare intorno a me ti sento. Sei qui, sei qui, mi baci e m’accarezzi. Ah! dimmi quando in ciel potrò vederti? Quando potrò baciarti? Oh! dolce fine d’ogni mio dolore! Quando in cielo con te potrò salire? Quando potrò morire? Quando potrò morire, potrò morire? Dillo alla mamma, creatura bella con un leggero scintillar di stella. Parlami, parlami, amore, amore, amor! (Le suore escono dal cimitero e si avvicinano a Suor Angelica, attorniandola.) |
SUOR GENOVIEFFA Sorella, O buona sorella, la Vergine ha accolto la prece. LE SUORE Sarete contenta, sorella, la Vergine ha fatto la grazia. SUOR ANGELICA La grazia è discesa dal cielo, già tutto, già tutto s’accende, risplende, risplende. Già vedo, sorelle, la meta. LE SUORE E così sia. SUOR ANGELICA Sorelle, son lieta, son lieta! Cantiamo! Già in cielo si canta. Lodiamo la Vergine Santa! LE SUORE Cantiamo! Già in cielo si canta. E così sia. (Si ode dal fondo il segnale delle tavolette. Le suore si avviano verso le celle; ciascuna suora apre l’uscio della cella, entra e richiude.) Lodiamo la Vergine Santa! Lodiamo la Vergine Santa! |
SUOR ANGELICA Ah, lodiaml LE SUORE Amen. SUOR ANGELICA (dalla cella) La grazia è discesa dal cielo. (È notte. Si vedono le stelle sulla chiesetta, e la luna dà sui cipressi. Suor Angelica esce dalla cella; ha nelle mani una ciotola di terra cotta. Depone la ciotola, prende dei sassi e forma con essi un piccolo fornello; raccoglie sterpi e rami e ne fa un fastelletto che depone fra i sassi. Va verso la fonte e riempie d’acqua la ciotola, poi coll’acciarino accende il fuocherello e vi pone la ciotola a bollire. Va cercando fra le erbe e i fiori.) Suor Angelica ha sempre una ricetta buona fatta coi fiori. Amici fiori, che nel piccol seno racchiudete le stille del veleno, ah, quante cure v’ho prodigate. Ora mi compensate. Per voi, miei fior, io morirò. (Si volge verso le celle.) Addio, buone sorelle, addio, addio! Vi lascio per sempre. |
M’ha chiamata mio figlio. Dentro un raggio di stelle m’è apparso il suo sorriso, m’ha detto: Mamma, vieni in Paradiso! Addio! Addio! Addio, chiesetta! In te quant’ho pregato. Buona accoglievi preghiere e pianti. È discesa la grazia benedetta! Muoio per lui e in cielo lo rivedrò. Ah! (Abbraccia la croce, la bacia, si curva, prende la ciotola e beve il veleno; quindi si appoggia a un cipresso e lascia cadere a terra la ciotola. Le nubi coprono la luna; la scena è oscura. L’atto del suicidio la riconduce alla verità.) Ah, son dannata! Mi son data la morte, mi son data la morte! Io muoio, muoio in peccato mortale! (Si getta disperatamente in ginocchio.) O Madonna, Madonna, salvami, salvami. Per amor di mio figlio! CORO (interno, lontano) Regina Virginum, salve, Maria! SUOR ANGELICA Ho smarrita la ragione! |
CORO Mater castissima, salve, Maria! SUOR ANGELICA Non mi fare morire in dannazione! CORO Regina pacis, salve, Maria! SUOR ANGELICA Dammi un segno di grazia, dammi un segno di grazia, Madonna! Madonna! Salvami! Salvami! (Il miracolo s’inizia. La chiesetta appare come gonfia di luce. La porta della chiesa si schiude lentamente e si vedrà la chiesa gremita di angeli.) CORO O gloriosa virginum, Sublimis inter sidera. Qui te creavit, parvulum, Lactente nutris ubere. SUOR ANGELICA O Madonna, salvami! Una madre ti prega, una madre t’implora! O Madonna, salvami! CORO Quod Heva tristis abstulit, Tu reddis almo germine: |
intrent ut astra flebiles, Coeli reeludis eardines. Gloriosa virginum, salve, Maria! (Sulla porta apparirà la Regina del conforto, e avanti a lei un bimbo biondo, tutto bianco. La vergine sospingerà il bimbo verso la moribonda.) SUOR ANGELICA Ah! CORO Regina Virginum! SUOR ANGELICA Ah! CORO Virgo fidelis! Saneta Maria! Gloriosa virginum! Salve, Maria! (Il bimbo muove il primo passo.) Mater purissima! Salve, Maria! (Il bimbo muove il secondo passo.) Turris davidica! Salve, Maria! (Il bimbo muove il terzo passo. Suor Angelica cade dolcemente riversa e muore. Il miracolo sfolgora.) Fine dell’opera Libretto di Gioachino Forzano |
libretto by Giuseppi Adami; Gioachino Forzano |
Contents: Il Tabarro; Suor Angelica; Gianni Schicchi |