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Il trittico (Il tabarro, Suor Angelica, Gianni Schicchi)” by Giacomo Puccini libretto (Italian)

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Contents: Il Tabarro; Suor Angelica; Gianni Schicchi
Suor Angelica

Personaggi

Suor Angelica — soprano
La zia principessa — contralto
La badessa — mezzo-soprano
La suora zelatrice — mezzo-soprano
La maestra delle novizie — mezzo-soprano
Sour Genovieffa — soprano
Suor Osmina — soprano
Suor Dolcina — soprano
La suora infermiera — mezzo-soprano
Le cercatrici — soprani, coro
Le novizie — soprani, coro
Le converse — soprano e mezzosoprano, coro

L'azione si svolge in un monastero sul finire del 1600.

L'interno di un monastero. La chiesetta e il
chiostro. Nel fondo, oltre gli archi di destra, il
cimitero; oltre gli archi di sinistra, l'orto. Nel
mezzo della scena, cipressi, una croce, erbe e
fiori. Nel fondo a sinistra, fra piante di acoro,
una fonte il cui getto ricadrà in una pila in terra.
Tramonto di primavera. Un raggio di sole batte
al disopra del getto della fonte. La scena è
vuota. Le suore sono in chiesa e cantano.


CORO (di dentro)
Ave Maria, piena di grazia,
il Signore è teco.
(Due converse, in ritardo, traversano la scena;
si soffermano un istante ad ascoltare un
cinguettìo che scende dai cipressi, quindi
entrano in chiesa.)


Tu sei benedetta fra le donne;
benedetto il frutto del ventre tuo, Gesù.
(Suor Angelica, anch'essa in ritardo, esce da
destra, si avvia in chiesa, apre la porta, fa
l'atto di contrizione delle ritardatarie che le
converse non hanno fatto: si inginocchia e
bacia la terra, quindi richiude la porta.)

Santa Maria, prega per noi peccatori.

SUOR ANGELICA (di dentro)
Prega per noi peccatori,
ora e nell’ora della nostra morte.

CORO
Prega per noi peccatori,
ora e nell’ora della nostra morte.
E così sia.

(Le suore escono dalla chiesa a due per due.
La badessa si sofferma davanti alla croce.
Le suore, passandole innanzi, le fanno atto di
reverenza. La badessa fa il gesto della benedizione e,
quando tutte le suore le sono passate davanti, si ritira.
Le suore non si sciolgono ancora, restano unite,
ormando una specie di semicerchio a piccoli gruppi.
La suora zelatrice viene nel mezzo.)


LA SUORA ZELATRICE
(alle due converse)
Sorelle in umiltà, mancaste alla quindena,
ed anche Suor Angelica,
che però fece contrizione piena.
Invece voi, sorelle, peccaste in distrazione,
e avete perso un giorno di quindena!
UNA CONVERSA
M’accuso della colpa e Invoco una gran pena,
e più grave sarà, e più grazie vi dirò,
sorella in umiltà,
(Resta in attesa della penitenza.)

LA MAESTRA DELLE NOVIZIE
(alle novizie, come spiegando)
Chi arriva tardi in coro,
si prostri e baci terra,

LA SUORA ZELATRICE
(alle converse)
Farete venti volte la preghiera mentale
per gli afflitti e gli schiavi
e per quelli che stanno in peccato mortale,

UNA CONVERSA
Con gioia e con fervore!

LE DUE CONVERSE
Cristo Signore,
Sposo d’Amore,
io voglio sol piacerti,
Sposo d’Amor,
ora e nell’ora della mia morte,
Amen.
(Si ritirano, compunte, sotto gli archi di destra.)
LA SUORA ZELATRICE
(a Suor Lucilla, porgendole l'occorrente per filare)
Suor Lucilla, al lavoro.
Ritiratevi. E osservate il silenzio.
(Suor Lucilla si ritira, filando.)

LA MAESTRA DELLE NOVIZIE
(alle due novizie)
Perché stasera in coro
ha riso e fatto ridere.

LA SUORA ZELATRICE
(a Suor Osmina)
Voi, Suor Osmina, in chiesa tenevate
nascoste nelle maniche due rose
scarlattine.

SUORE OSMINA
Non è vero!

LA SUORA ZELATRICE
Sorella, entrate in cella.
(Suor Osmina scuote le spalle.)
Non tardate! La Vergine vi guarda!
(Suor Osmina si avvia; tutti gli sguardi la
seguono sotto gli archi finché non scompare
nella sua cella.)


SEI SUORE
Regina virginum, ora pro ea.
(Suor Osmina chiude bruscamente la porta
della sua cella.)

LA SUORA ZELATRICE
Ed or, sorelle In gioia,
poiché piace al Signore
e per tornare più allegramente
a faticare per amor Suo,
ricreatevi!

LE SUORE
Amen!
(Le figure bianche delle suore si sparpagliano
per il chiostro e oltre gli archi. Suor Angelica
zappetta la terra e innaffia le erbe ed i fiori.)


SUOR GENOVIEFFA
Oh sorelle, sorelle, io voglio rivelarvi
che una spera di sole è entrata in clausura!
Guardate dove batte, là, là fra la verzura!
Il sole è sull’acoro!
Comincian le tre sere della fontana d’oro.

LE SUORE
È vero, fra un’istante vedrem l’acqua dorata.

UNA SUORA
E per due sere ancora.
LE SUORE
È Maggio! È Maggio!
È il bel sorriso di Nostra Signora
che viene con quel raggio.
Regina di Clemenza, grazie, grazie.

UNA NOVIZIA
Maestra, vi domando licenza di parlare.

LA MAESTRA DELLE NOVIZIE
Sempre per laudare le cose sante e belle.

LA NOVIZIA
Qual grazia della Vergine rallegra le sorelle?

LA MAESTRA DELLE NOVIZIE
Un segno risplendente della bontà di Dio!
Per tre sere dell’anno solamente,
all’uscire dal coro,
Dio ci concede di vedere il sole
che batte sulla fonte e la fa d’oro.

LA NOVIZIA
E l’altre sere?

LA MAESTRA DELLE NOVIZIE
O usciamo troppo presto e il sole è alto,
o troppo tardi e il sole è tramontato.
LE SUORE
Un altr’anno è passatoi
È passato un altr’anno!
E una sorella manca.
(Un silenzio doloroso è nel chiostro; le suore
assorte in un atteggiamento di muta preghiera
sembrano rievocare l'immagine della sorella
che non è più.)


SUOR GENOVIEFFA
O sorelle in pio lavoro,
quando il getto s’è infiorato,
quando il getto s’è indorato,
non sarebbe ben portato
un secchiello d’acqua d’oro
sulla tomba a Bianca Rosa?

LE SUORE
SÌ, la suora che riposa
lo desidera di certo.

SUOR ANGELICA
I desideri sono i fiori dei vivi,
non fioriscon nel regno delle morte,
perché la Madre Vergine soccorre
e in Sua benignità
liberamente al desiar precorre;
prima che un desiderio sia fiorito
la Madre delle Madri l’ha esaudito.
O sorella, la morte è vita bella!
LA SUORA ZELATRICE
Noi non possiamo nemmen da vive avere
desideri.

SUOR GENOVIEFFA
Se son leggeri e candidi, perché?
Voi non avete un desiderio?

LA SUORA ZELATRICE
Io no!

UNA SUORA
Ed io nemmeno!

UN’ALTRA SUORA
lo no!

UNA NOVIZIA
lo no!

SUOR GENOVIEFFA
lo sì, lo confesso.
(volgendo lo sguardo in alto)
Soave Signor mio,
tu sai che prima d’ora
nel mondo ero pastora.
Da cinqu’anni non vedo un agnellino;
Signore, ti rincresce
se dico che desidero
vederne uno piccino,
poterlo carezzare,
toccargli il muso fresco
e sentirlo belare?
Se è colpa, t’offerisco
il Miserere mei.
Perdonami, Signore,
Tu che sei l’Agnus Dei.

SUOR DOLCINA
Ho un desiderio anch’io!

LE SUORE
Sorella, li sappiamo i vostri desideri!
Qualche boccone buono!
Della frutta gustosa!
La gola è colpa grave!
È golosa! È golosa!
(Suor Dolcina resta mortificata ed interdetta.)

SUOR GENOVIEFFA
(che si è avvicinata in compagnia di alcune
suore a Suor Angelica)

Suor Angelica, e voi? Avete desideri?

SUOR ANGELICA
(volgendosi verso il gruppo)
Io! No, sorella, no.
(Suor Angelica si volge ancora ai fiori. Le suore
fanno gruppo dalla parte opposta e
mormorano.)

LE SUORE
Che Gesù la perdoni, ha detto una bugìa!
Ha detto una bugìa!

UNA NOVIZIA
Perché?

LE SUORE
Noi lo sappiamo, ha un grande desiderio!
Vorrebbe aver notizie della famiglia sua.
Son più di sett’anni da quando è in
monasterio,
non ha avuto più nuove.
E sembra rassegnata, ma è tanto
tormentata.
(allontanandosi sempre più da Suor Angelica)
Nel mondo era ricchissima, lo disse la badessa.
Era nobile! Nobile!
Nobile! Principessa!
La vollero far monaca sembra per punizione.
Perché? Perché?
Chi sa? Ma!? Ma!?
(Si disperdono qua e là.)

LA SUORA INFERMIERA
(accorrendo frettolosa)
Suor Angelica, sentite!
SUOR ANGELICA
O sorella Infermiera, che cosa accadde,
dite!

LA SUORA INFERMIERA
Suora Chiara là nell’orto
assettava la spalliera delle rose;
all’Improvviso, tante vespe sono uscite,
l’han pinzata qui nel viso!
Ora è in cella e si lamenta.
Ah! calmatele, sorella, il dolor che la tormenta.

LE SUORE
Poveretta! Poveretta!

SUOR ANGELICA
Aspettate, ho un’erba e un fiore.
(Corre cercando fra le erbe e i fiori.)

LA SUORA INFERMIERA
Suor Angelica ha sempre una ricetta
buona, fatta coi fiori;
sa trovar sempre un’erba benedetta
per calmare i dolori.
SUOR ANGELICA
(alla suora infermiera, porgendole un'erba)
Ecco, quest’è calenzola;
col latticelo che ne cola
le bagnate l’inflaglone;
(dandole un'altra erba)
e con questa una pozione.
Dite a Sorella Chiara che sarà molto amara,
me che le farà bene.
E le direte ancor che punture di vespe
sono piccole pene,
e che non si lamenti,
che a lamentarsi crescono i tormenti.

LA SUORA INFERMIERA
Le saprò riferire.
Grazie, sorella, grazie.

SUOR ANGELICA
Son qui per servire.
(Dal fondo a sinistra entrano due suore
cercatrici conducendo un ciuchino carico di roba.)


SUORE CERCATRICI
Laudata Maria!

LE SUORE
E sempre sia!
(Le suore attorniano il ciuchino, mentre le
suore cercatrici scaricano e consegnano le
limosine alla suora dispensiera.)

SUORE CERCATRICI
Buona cerea stasera, sorella dispensiera!

PRIMA SUORA CERCATRICE
Un otre d’olio.

SUOR DOLCINA
Uhi buono!

SECONDA SUORA CERCATRICE
Nocciole, sei collane.

PRIMA SUORA CERCATRICE
Un panierin di noci.

SUOR DOLCINA
Buone con sale e panei

LA SUORA ZELATRICE (riprendendola)
Sorella!

PRIMA SUORA CERCATRICE
Qui farinai
E qui un cacciotella che suda ancora latte,
buona come una pasta;
e un sacchetto di lenti,
dell’uova, burro e basta.

LE SUORE
Buona cerca stasera, sorella dispensiera!
(La seconda suora cercatrice porta via il ciuchino.)

PRIMA SUORA CERCATRICE
(a Suor Dolcina)
Per VOI, sorella ghiotta...

SUOR DOLCINA
Un tralcetto di ribes!
Degnatene, sorelle!

LE SUORE
Grazie! Grazie!

UNA SUORA
Uh! Se ne prendo un chicco, la martorio!

SUOR DOLCINA
NO, prendete!

LE SUORE
Grazie! Grazie!
(Formano un gruppetto a destra e beccano il
ribes fra risatine discrete.)


PRIMA CERCATRICE
Chi è venuto stasera in parlatorio?

LE SUORE
Nessuno. Nessuno. Perché?
PRIMA SUORA CERCATRICE
Fuor del portone c’è fermata una ricca
berlina.

SUOR ANGELICA
(volgendosi alla sorella cercatrice,
come assalita da un’improvvisa inquietudine)

Come, sorella, avete detto?
Una berlina è fuori?
Ricca? ricca? ricca?

PRIMA SUORA CERCATRICE
Da gran signori.
Certo aspetta qualcuno che è entrato nel
convento,
e forse fra un momento
suonerà la campana a parlatorio.

SUOR ANGELICA
Ah, ditemi, sorella, com’era la berlina?
Non aveva uno stemma, uno stemma d’avorio?
E dentro tappezzata d’una seta turchina
ricamata in argento?

PRIMA SUORA CERCATRICE
lo non so, sorella, non lo so;
ho veduto soltanto una berlina, bella!
LE SUORE
(osservando curiosamente Suor Angelica)
È diventata bianca.
Ora è tutta vermigliai
Poverina! È commossa!
È commossa! Poverina!
Spera che sian persone di famiglia!
(Suona una campanella. Le suore accorrono
da ogni parte.)

Vien gente in parlatorio!
Una visita viene!
Per chi? Per chi? Per chi?
Per chi sarà?

UNA SUORA
Fosse per me!
Fosse la mia cugina
che porta il seme di lavanda buono.

UN’ALTRA SUORA
Per me! Fosse mia madre
che ci porta le tortorine bianche.
(Suor Genovieffa si avvicina alle compagne,
indicando con un gesto pietoso Suor Angelica.)


SUOR ANGELICA
(volgendo gli occhi al cielo)
O madre eletta, leggimi nel cuore.
Volgi per me un sorriso al Salvatore.
SUOR GENOVIEFFA
(a Suor Angelica)
O sorella In amore,
noi preghIam la Stella delle Stelle
che la visita adesso sia per voi.

SUOR ANGELICA
Buona sorella, grazie, grazie.
(Entra la badessa.)

LA BADESSA
Suor Angelica!
(La badessa fa cenno alle suore che si ritirino;
queste si avviano, scorgono che la fontana si è
fatta d’oro, prendono un secchiolino d’acqua,
si dirigono verso il cimitero e scompaiono.)


SUOR ANGELICA
Madre, Madre, parlate! Chi è? Chi è?
Madre, parlate! Son sett’anni che aspetto,
che aspetto una parola, uno scritto.
Tutto ho offerto alla Vergine in piena
espiazione.

LA BADESSA
Offritele anche l’ansia che adesso vi scompone.
(Suor Angelica, affranta, si curva lentamente in
ginocchio e si raccoglie.)

LE SUORE (dal cimitero)
Requiem aeternam dona eis, Domine:
et lux perpetua lueeat eis.
Requieseat in pace.
Amen. Amen.

SUOR ANGELICA
Madre, sono serena sottomessa.

LA BADESSA
È venuta a trovarvi vostra zia Principessa.

SUOR ANGELICA
Ah!

LA BADESSA
In parlatorio si dica quanto vuole ubbidienza,
necessità.
Ogni parola è udita dalla Vergine Pia.

SUOR ANGELICA
La Vergine m’ascolti e così sia.
(La badessa si incammina verso la porticina
del parlatorio. Suor Angelica si rialza e si avvia
verso gli archi del parlatorio. La porticina
viene aperta in dentro dalla suora clavaria che
rimarrà a fianco della porta aperta. Siamo
adesso nel parlatorio. Passa davanti alla
badessa e la suora clavaria una figura nera
severamente composta in un naturale
atteggiamento di grande dignità aristocratica;
è la zia Principessa. Entra, cammina

lentamente appoggiandosi a un bastoncino
d’ebano. Si sofferma; getta per un attimo lo
sguardo sulla nipote, freddamente e senza
tradire nessuna emozione. Suor Angelica alla
vista della zia è presa da grande emozione,
ma si frena, perché si scorgono ancora
nell’ombra la badessa e la suora clavaria. La
porticina si richiude sulle due suore. Suor
Angelica, commossa, quasi vacillante, va
incontro alla zia, ma la vecchia protende la
sinistra come per consentire soltanto all’atto
sottomesso del baciamano. Suor Angelica
prende la mano che le viene tesa, la porta alle
labbra e, mentre la zia siede, ella cade in
ginocchio. Suor Angelica non toglie mai lo
sguardo dal volto della zia, uno sguardo
pietoso, implorante. La vecchia invece,
ostentatamente, guarda avanti a sé.)


LA ZIA PRINCIPESSA
Il Principe Gualtiero vostro padre,
la Principessa Clara vostra madre,
quando vent’anni or sono vennero a morte,
(si interrompe per farsi il segno della croce)
m’affidarono i figli e tutto il patrimonio
di famiglia.
Io dovevo dividerlo quando ciò ritenessi
conveniente
e con giustizia piena.
E quanto ho fatto.
Ecco la pergamena. Voi potete osservarla,
discuterla, firmarla.

SUOR ANGELICA
Dopo sett’anni son davanti a voi.
Ispiratevi a questo luogo santo.
È luogo di clemenza, è luogo di pietà.

LA ZIA PRINCIPESSA
Di penitenza.
IO debbo rivelarvi la ragione
perché addivenni a questa divisione.
Vostra sorella Anna Viola anderà sposa.

SUOR ANGELICA
Sposa?! Sposa la piccola Anna Viola?
La sorellina, la piccina?
Ah! ah! son sett’anni!
Son passati sett’anni! Ah! ah!
O sorellina bionda che vai sposa,
O sorellina mia, tu sia felice!
E chi la ingemma?

LA ZIA PRINCIPESSA
Chi per amore condonò la colpa
di cui macchiaste il nostro bianco stemma.
SUOR ANGELICA
Sorella di mia madre, voi siete inesorabile!

LA ZIA PRINCIPESSA
Che dite? E che pensate?
Inesorabile! Inesorabile!
Vostra madre invocate quasi contro di me?
Contro di me!
Vostra madre invocate quasi contro di me?
Di frequente, la sera, là, nel nostro oratorio,
Io mi raccolgo.
Nel silenzio di quei raccoglimenti,
il mio spirito par che s’allontani
e s’incontri con quel di vostra madre
in colloqui eterei, arcani.
Com’è penoso, com’è penoso
udire i morti dolorare e piangere!
Quando l’estasi mistica scompare
per voi ho serbata una parola sola:
Espiare! espiare!
Offritela alla Vergine la mia giustizia.

SUORA ANGELICA
Tutto ho offerto alla Vergine, sì, tutto.
Ma v’è un’offerta che non posso fare;
alla Madre soave delle Madri,
non posso offrire di scordar mio figlio!
Mio figlio! Mio figlio, il figlio mio!
Figlio mio!
La creatura che mi fu, mi fu strappata!
Figlio mio,
che ho veduto e ho baciato una sol volta!
Creatura mia! Creatura mia lontana!
È questa la parola che invoco da sett’anni!
Parlatemi di lui!
Com’è, com’è mio figlio?
Com’è dolce il suo volto?
Come sono i sui occhi?
Parlatemi di lui!
Di mio figlio!
Parlatemi di lui!
(La vecchia tace.)
Perché tacete?
Perché, perché?
Un altro istante di questo silenzio
e vi dannate per l’eternità!
La Vergine ci ascolta e Lei vi giudica!

LA ZIA PRINCIPESSA
Or son due anni venne colpito da fiero morbo.
Tutto fu fatto per salvarlo.
SUOR ANGELICA
È morto?
(La zia curva il capo e tace.)
Ah!
(Suor Angelica cade di schianto a terra. La zia
si alza come per soccorrerla, credendola
svenuta; ma, al singhiozzare di Suor Angelica,
frena il suo movimento.
Si volge verso un'immagine sacra che è al
muro e con le due mani appoggiate al
bastoncino, la testa curva, in silenzio prega.
Nel parlatorio è già la semioscurità della sera.
Entra la suora clavaria con una lucernina ad
olio che pone sul tavolo. La zia si volge e parla
sottovoce alla suora clavaria. La suora esce e
ritorna colla badessa recando una tavoletta
con un calamaio e una penna. Suor Angelica
ode entrare le due suore, si volge, comprende,
in silenzio si trascina verso il tavolo e firma la
pergamena. Le due suore escono. La zia
Principessa prende la pergamena, si avvicina a
Suor Angelica, ma questa fa un leggero
movimento per ritrarsi. Allora la zia procede
verso la porta, batte col bastoncino. La suora
clavaria apre, entra, prende il lume, va avanti;
la Principessa la segue; di sulla soglia volge
uno sguardo alla nipote; esce, scompare; la
suora clavaria richiude la porta. La sera è
calata; nel cimitero le suore vanno
accendendo i lumini sulle tombe.)

Senza mamma, O bimbo, tu sei morto.
Le tue labbra senza i baci miei,
scoloriron fredde, fredde,
e chiudesti, O bimbo, gli occhi belli.
Non potendo carezzarmi,
le manine componesti in croce.
E tu sei morto senza sapere
quanto t’amava questa tua mamma.
Ora che sei un angelo del cielo,
ora tu puoi vederla, la tua mamma.
Tu puoi scendere giù pel firmamento
ed aleggiare intorno a me ti sento.
Sei qui, sei qui, mi baci e m’accarezzi.
Ah! dimmi quando in ciel potrò vederti?
Quando potrò baciarti?
Oh! dolce fine d’ogni mio dolore!
Quando in cielo con te potrò salire?
Quando potrò morire?
Quando potrò morire, potrò morire?
Dillo alla mamma, creatura bella
con un leggero scintillar di stella.
Parlami, parlami, amore, amore, amor!
(Le suore escono dal cimitero e si avvicinano a
Suor Angelica, attorniandola.)

SUOR GENOVIEFFA
Sorella, O buona sorella,
la Vergine ha accolto la prece.

LE SUORE
Sarete contenta, sorella,
la Vergine ha fatto la grazia.

SUOR ANGELICA
La grazia è discesa dal cielo,
già tutto, già tutto s’accende,
risplende, risplende.
Già vedo, sorelle, la meta.

LE SUORE
E così sia.

SUOR ANGELICA
Sorelle, son lieta, son lieta!
Cantiamo!
Già in cielo si canta.
Lodiamo la Vergine Santa!

LE SUORE
Cantiamo! Già in cielo si canta.
E così sia.
(Si ode dal fondo il segnale delle tavolette. Le
suore si avviano verso le celle; ciascuna suora
apre l’uscio della cella, entra e richiude.)

Lodiamo la Vergine Santa!
Lodiamo la Vergine Santa!
SUOR ANGELICA
Ah, lodiaml

LE SUORE
Amen.

SUOR ANGELICA (dalla cella)
La grazia è discesa dal cielo.
(È notte. Si vedono le stelle sulla chiesetta, e
la luna dà sui cipressi. Suor Angelica esce
dalla cella; ha nelle mani una ciotola di terra
cotta. Depone la ciotola, prende dei sassi e
forma con essi un piccolo fornello; raccoglie
sterpi e rami e ne fa un fastelletto che depone
fra i sassi. Va verso la fonte e riempie d’acqua
la ciotola, poi coll’acciarino accende il
fuocherello e vi pone la ciotola a bollire. Va
cercando fra le erbe e i fiori.)

Suor Angelica ha sempre una ricetta
buona fatta coi fiori.
Amici fiori, che nel piccol seno
racchiudete le stille del veleno,
ah, quante cure v’ho prodigate.
Ora mi compensate.
Per voi, miei fior, io morirò.
(Si volge verso le celle.)
Addio, buone sorelle, addio, addio!
Vi lascio per sempre.
M’ha chiamata mio figlio.
Dentro un raggio di stelle
m’è apparso il suo sorriso,
m’ha detto: Mamma, vieni in Paradiso!
Addio! Addio!
Addio, chiesetta! In te quant’ho pregato.
Buona accoglievi preghiere e pianti.
È discesa la grazia benedetta!
Muoio per lui e in cielo lo rivedrò.
Ah!
(Abbraccia la croce, la bacia, si curva, prende
la ciotola e beve il veleno; quindi si appoggia a
un cipresso e lascia cadere a terra la ciotola.
Le nubi coprono la luna; la scena è oscura.
L’atto del suicidio la riconduce alla verità.)


Ah, son dannata!
Mi son data la morte, mi son data la morte!
Io muoio, muoio in peccato mortale!
(Si getta disperatamente in ginocchio.)
O Madonna, Madonna, salvami, salvami.
Per amor di mio figlio!

CORO (interno, lontano)
Regina Virginum, salve, Maria!

SUOR ANGELICA
Ho smarrita la ragione!
CORO
Mater castissima, salve, Maria!

SUOR ANGELICA
Non mi fare morire in dannazione!

CORO
Regina pacis, salve, Maria!

SUOR ANGELICA
Dammi un segno di grazia,
dammi un segno di grazia,
Madonna! Madonna! Salvami! Salvami!
(Il miracolo s’inizia. La chiesetta appare come
gonfia di luce. La porta della chiesa si schiude
lentamente e si vedrà la chiesa gremita di angeli.)


CORO
O gloriosa virginum,
Sublimis inter sidera.
Qui te creavit, parvulum,
Lactente nutris ubere.

SUOR ANGELICA
O Madonna, salvami!
Una madre ti prega, una madre t’implora!
O Madonna, salvami!

CORO
Quod Heva tristis abstulit,
Tu reddis almo germine:
intrent ut astra flebiles,
Coeli reeludis eardines.
Gloriosa virginum, salve, Maria!
(Sulla porta apparirà la Regina del conforto, e
avanti a lei un bimbo biondo, tutto bianco. La
vergine sospingerà il bimbo verso la moribonda.)


SUOR ANGELICA
Ah!

CORO
Regina Virginum!

SUOR ANGELICA
Ah!

CORO
Virgo fidelis! Saneta Maria!
Gloriosa virginum! Salve, Maria!
(Il bimbo muove il primo passo.)
Mater purissima! Salve, Maria!
(Il bimbo muove il secondo passo.)
Turris davidica! Salve, Maria!
(Il bimbo muove il terzo passo. Suor Angelica
cade dolcemente riversa e muore. Il miracolo
sfolgora.)


Fine dell’opera

Libretto di Gioachino Forzano

libretto by Giuseppi Adami; Gioachino Forzano 
Contents: Il Tabarro; Suor Angelica; Gianni Schicchi

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