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La forza del destino” by Giuseppe Verdi libretto (Italian)

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Contents: Personaggi; Atto Primo; Atto Secondo; Atto Terzo; Atto Quarto
ATTO TERZO

Scena prima

In Italia, presso Velletri
Bosco. Notte oscurissima. Don Alvaro in uniforme di
capitano spagnuolo dei Granatieri del Re si avanza
lentamente dal fondo. Si sentono voci interne a destra.


CORO
Attenti al gioco, attenti, attenti al gioco, attenti...

PRIMA VOCE
Un asso a destra.

SECONDA VOCE
Ho vinto.

PRIMA VOCE
Un tre a destra...
Cinque a manca.

SECONDA VOCE
Perdo.

DON ALVARO
La vita è inferno all'infelice.
Invano morte desìo!
Siviglia! Leonora!
Oh, rimembranza! Oh, notte
ch'ogni ben mi rapisti!
Sarò infelice eternamente, è scritto.
Della natal sua terra il padre volle

spezzar l'estranio giogo, e coll'unirsi
all'ultima degl'Incas la corona
cingere confidò. Fu vana impresa!
In un carcere nacqui; m'educava
il deserto; sol vivo perché ignota
è mia regale stirpe! I miei parenti
sognarono un trono e li destò la scure!
Oh, quando fine avran le mie sventure!
O tu che in seno agli angeli
eternamente pura,
salisti bella incolume
dalla mortal jattura,
non iscordar di volger
lo sguardo a me tapino,
che senza nome ed esule,
in odio del destino,
chiedo anelando, ahi, misero,
la morte d'incontrar.
Leonora mia, soccorrimi,
pietà del mio penar!
Pietà di me!

DON CARLO (dall'interno a destra)
Al tradimento!

CORO
Muoia!

DON ALVARO
Quali grida!

DON CARLO
Aita!

DON ALVARO
Si soccorra.

VOCI
Muoia! Muoia!
(Accorre al luogo onde si udivano le grida; si sente un
picchiare di spade; alcuni ufficiali attraversano la
scena fuggendo in disordine da destra a sinistra. Don
Alvaro ritorna con Don Carlo.)


DON ALVARO
Fuggir! Ferito siete?

DON CARLO
No, vi debbo la vita.

DON ALVARO
Chi erano?

DON CARLO
Assassini.

DON ALVARO
Presso al campo così?

DON CARLO
Franco dirò; fu alterco al gioco.

DON ALVARO
Comprendo, colà, a destra?

DON CARLO
Sì.

DON ALVARO
Ma come, sì nobile d'aspetto,
a quella bisca scendeste?

DON CARLO
Nuovo sono.
Con ordini del general sol ieri
giunsi; senza voi morto sarei.
Or dite a chi debbo la vita?

DON ALVARO
Al caso...

DON CARLO
Pria il mio nome dirò.
(fra sé)
Non sappia il vero.
(a Don Alvaro)
Don Felice de Bornos aiutante del duce...

DON ALVARO
Io, capitan de' Granatieri
Don Federico Herreros.

DON CARLO
La gloria dell'esercito!

DON ALVARO
Signore...

DON CARLO
Io l'amistà ne ambìa,
la chiedo, e spero.

DON ALVARO
lo pure della vostra sarò fiero.
(Si stringono le destre.)

DON ALVARO e
DON CARLO
Amici in vita e in morte
il mondo ne vedrà.
Uniti in vita e in morte
entrambi troverà.
(Si odono voci interne e squilli di trombe.)

CORO
All'armi! all'armi!

DON ALVARO e DON CARLO
Andiamo, all'armi!

DON CARLO
Con voi scendere al campo d'onor,
emularne l'esempio potrò.

DON ALVARO
Testimone del vostro valor
ammirarne le prove saprò.

CORO
All'armi! all'armi!
(Escono.)

Scena seconda

Una casa presso Velletri
È il mattino. Salotto nell'abitazione d'un ufficiale
superiore dell'esercito spagnolo in Italia. Si sente il
rumore della vicina battaglia.
(Un chirurgo militare ed alcuni soldati entrano dalla
porta comune e corrono alla finestra.)


SOLDATI
Arde la mischia!

CHIRURGO (guardando col cannocchiale)
Prodi i granatieri!

SOLDATI
Li guida Herreros...

CHIRURGO
Ciel!...Ferito ei cadde!...
piegano i suoi!...
L'aiutante li raccozza,
alla carica li guida!...
Già fuggon i nemici.
I nostri han vinto!

VOCI (esterne)
A Spagna gloria!

ALTRE VOCI
Viva l'Italia!

TUTTI
Vittoria!

CHIRURGO
Portan qui ferito il capitan.
(Don Alvaro ferito e svenuto è portato in una lettiga da
quattro Granatieri. Da un lato è il chirurgo, dall'altro
Don Carlo coperto di polvere ed assai afflitto. Un
soldato depone una valigia sopra un tavolino.)


DON CARLO
Piano...qui posi...approntisi il mio letto.

CHIRURGO
Silenzio.

DON CARLO
V'ha periglio?

CHIRURGO
La palla che ha nel petto mi spaventa.

DON CARLO
Deh, il salvate.

DON ALVARO (rinviene)
Ove son?

DON CARLO
Presso l'amico.

DON ALVARO
Lasciatemi morire.

DON CARLO
Vi salveran le nostre cure. Premio
l'Ordine vi sarà di Calatrava.

DON ALVARO
Di Calatrava! Mai, mai...

DON CARLO (fra sé)
Ché! Inorridì di Calatrava al nome!

DON ALVARO
Amico...

CHIRURGO
Se parlate...

DON ALVARO
Un detto sol...

DON CARLO (al chirurgo)
Ven prego, ne lasciate.
(Il chirurgo si ritira. Don Alvaro accenna a Don Carlo di
appressarsegli.)


DON ALVARO
Solenne in quest'ora,
giurarmi dovete
far pago un mio voto.

DON CARLO
Lo giuro, lo giuro.

DON ALVARO
Sul core cercate.

DON CARLO
Una chiave.

DON ALVARO (indicando la valigia)
Con essa trarrete un piego celato...
l'affido all'onore. Colà v'ha un mistero,
che meco morrà. S'abbruci me spento...

DON CARLO
Lo giuro, sarà.

DON ALVARO
Or muoio tranquillo;
vi stringo al cor mio.

DON CARLO
Amico, nel cielo!

DON CARLO e
DON ALVARO
Addio, addio, addio.
(Il chirurgo e le ordinanze trasportano il ferito nella
stanza da letto.)


DON CARLO
Morir! Tremenda cosa!
Sì intrepido, sì prode,
ei pur morrà! Uom singolar costui!
Tremò di Calatrava al nome!
A lui palese n'è forse il disonor?
Cielo! Qual lampo! S'ei fosse il seduttore?
Desso in mia mano, e vive!
Se m'ingannassi? Questa chiave il dica.
(Apre convulso la valigia, e ne trae un plico suggellato.)
Ecco i fogli! Che tento!
(Si ferma.)
E la fé che giurai?

E questa vita che debbo al suo valor?
Anch'io lo salvo!
S'ei fosse quell'lndo maledetto
che macchiò il sangue mio?...
ll suggello si franga. Niun qui mi vede.
No? Ben mi vegg'io!
(Getta il plico, e se ne allontana con raccapriccio.)
Urna fatale del mio destino,
va, t'allontana, mi tenti invano;
l'onor a terger qui venni, e insano
d'un'onta nuova nol macchierò.
Un giuro è sacro per l'uom d'onore;
que' fogli serbino il lor mistero...
Disperso vada il mal pensiero,
che all'atto indegno mi concitò.
E s'altra prova rinvenir potessi?...
Vediam.
(Torna a frugare nella valigia.)
Qui v'ha un ritratto...
suggel non v'è...nulla ei ne disse...
nulla promisi...s'apra dunque...
Ciel! Leonora!
Don Alvaro è il ferito!
Ora egli viva, e di mia man poi muoia!
(Il chirurgo appare alla porta.)
CHlRURGO
Lieta novella, è salvo!
(Parte.)

DON CARLO
È salvo! È salvo! O gioia!
Ah! egli è salvo! Oh gioia immensa
che m'innondi il cor, ti sento!

Potrò alfine il tradimento
sull'infame vendicar.
Leonora, ove t'ascondi?
Di': seguisti tra le squadre
chi del sangue di tuo padre
ti fe' il volto rosseggiar?
Ah! felice appien sarei
se potesse il brando mio
amendue d'averno al Dio
d'un sol colpo consacrar!
(Parte in gran fretta.)

Scena terza

Accampamento militare presso Velletri
Sul davanti a sinistra è una bottega da rigattiere; a
destra altra, ove si vendon cibi, bevande, frutta.
All'ingiro tende militari, baracche di rivenduglioli, ecc.
È notte, la scena è deserta.

(Una pattuglia entra cautamente in scena, esplorando
il campo.)


CORO
Compagni, sostiamo,
il campo esploriamo;
non s'ode rumor.
Non brilla un chiarore;
in sonno profondo
sepolto ognun sta.
Compagni inoltriamo,
il campo esploriamo,
fra poco la sveglia
suonare s'udrà..

(Si fa lentamente giorno. Entra Don Alvaro assorto nei
suoi pensieri.)


DON ALVARO
Né gustare m'è dato
un'ora di quiete;
affranta è l'alma dalla lotta crudel.
Pace ed oblio indarno io chieggo al cielo.
(Entra Don Carlo.)

DON CARLO
Capitano...

DON ALVARO
Chi mi chiama?
(riconoscendo Carlo)
Voi, che sì larghe cure mi prodigaste?

DON CARLO
La ferita vostra sanata è appieno?

DON ALVARO
Sì.

DON CARLO
Forte?

DON ALVARO
Qual prima.

DON CARLO
Sosterreste un duel?

DON ALVARO
Con chi?

DON CARLO
Nemici non avete?

DON ALVARO
Tutti ne abbiam...
ma a stento comprendo...

DON CARLO
No? Messaggio non v'inviava
Don Alvaro, l'Indiano?

DON ALVARO
Oh, tradimento!
Sleale! Il segreto fu dunque violato?

DON CARLO
Fu illeso quel piego,
l'effigie ha parlato.
Don Carlo di Vargas, tremate, io sono.

DON ALVARO
D'ardite minacce
non m'agito al suono.

DON CARLO
Usciamo all'istante, un deve morire.

DON ALVARO
La morte disprezzo, ma duolmi inveire
contro'uom che per primo amistade m'offria.

DON CARLO
No, no, profanato tal nome non sia.

DON ALVARO
Non io, fu il destino, che il padre v'ha ucciso;
non io che sedussi quell'angiol d'amore.
Ne guardano entrambi e dal paradiso
ch'io sono innocente vi dicono al core.

DON CARLO
Adunque colei?

DON ALVARO
La notte fatale
io caddi per doppia ferita mortale;
guaritone, un anno in traccia ne andai,
ahimè, ch'era spenta Leonora trovai!

DON CARLO
Menzogna! menzogna!
La suora ospitavala antica parente:
vi giunsi, ma tardi...

DON ALVARO
Ed ella?

DON CARLO
Fuggente.

DON ALVARO
E vive! Ella vive, gran Dio!

DON CARLO
Sì, vive.

DON ALVARO
Don Carlo, amico, il fremito
ch'ogni mia fibra scuote

vi dica che quest'anima
infame esser non puote.
Vive! Gran Dio, quell'angelo...

DON CARLO
Ma in breve morirà.
Ella vive, ma in breve morirà.

DON ALVARO
No, d'un imene il vincolo
stringa fra noi la speme;
e s'ella vive, insieme
cerchiamo, cerchiamo ove fuggì.
Giuro che illustre origine
eguale a voi mi rende,
e che il mio stemma splende,
come rifulge il dì.

DON CARLO
Stolto! Fra noi dischiudesi
insanguinato avello;
come chiamar fratello
chi tutto a me rapì?
D'eccelsa o vile origine,
è d'uopo ch'io vi spegna,
e dopo voi l'indegna
che il sangue suo tradì.

DON ALVARO
Che dite?

DON CARLO
Ella morrà.

DON ALVARO
Tacete.

DON CARLO
Il giuro a Dio, morrà l'infame.

DON ALVARO
Voi pria cadrete nel fatal certame.

DON CARLO
Morte! ov'io non cada esanime
Leonora giungerò.
Tinto ancor del vostro sangue
quest'acciar le immergerò.

DON ALVARO
Morte! Sì! Col brando mio
un sicario ucciderò;
il pensier volgete a Dio;
l'ora vostra alfin suonò.

DON ALVARO,
DON CARLO
A morte! Andiam!
(Sguainano le spade e si battono furiosamente. Accorre
la pattuglia del campo per separarli.)


CORO
Fermi, arrestate!

DON CARLO (furente)
No. La sua vita o la mia - tosto.

CORO
Lunge di qua si tragga.

DON ALVARO (fra sé)
Forse...del ciel l'aita a me soccorre.

DON CARLO
Colui morrà!

CORO (a Carlo che cerca svincolarsi)
Vieni!

DON CARLO (ad Alvaro)
Carnefice del padre mio!

DON ALVARO
Or che mi resta? Pietoso Iddio,
tu ispira, illumina il mio pensier.
Al chiostro, all'eremo, ai santi altari
l'oblio, la pace chiegga il guerrier.
(Parte. Ad uno ad uno escono tutti. Spunta il sole - il
rullo dei tamburi e lo squillo delle trombe danno il
segnale della sveglia. La scena va animandosi poco a
poco. Soldati spagnoli ed italiani di tutte le armi
sortono dalle tende ripulendo schioppi, spade,
uniformi, ecc. Vivandiere che vendono liquori, frutta,
pane, ecc. Preziosilla dall'alto d'una baracca predica la
buona ventura.)


CORO
Lorché pifferi e tamburi
par che assordino la terra,
siam felici, ch'è la guerra
gioia e vita al militar.
Vita gaia, avventurosa,
cui non cal doman né ieri,

ch'ama tutti i suoi pensieri
sol nell'oggi concentrar.

PREZIOSILLA (alle donne)
Venite all'indovina
ch'è giunta da lontano,
e puote a voi l'arcano
futuro decifrar.
(ai soldati)
Correte a lei d'intorno,
la mano le porgete,
le amanti apprenderete
se fide vi restar.

CORO
Andate/Andiamo all'indovina,
la mano le porgiamo/porgete,
le belle udir possiamo
se fide a voi/noi restar.
Avanti, avanti, avanti.

SOLDATI
Qua, vivandiere, un sorso.
(Le vivandiere offrono loro da bere.)

UN SOLDATO
Alla salute nostra!

TUTTI (bevendo)
Viva! Viva!
(L'attenzione è attirata da Trabuco rivendugliolo, che
dalla bottega a sinistra viene con una cassetta al collo
portante vari oggetti di meschino valore.)


TRABUCO
A buon mercato chi vuol comprare?
Forbici, spille, sapon perfetto!
Io vendo e compero qualunque oggetto,
concludo a pronti qualunque affar.

UN SOLDATO
Ho qui un monile; quanto mi dài?

UN ALTRO SOLDATO
V'è una collana. Se vuoi la vendo.

TERZO SOLDATO
Questi orecchini li pagherai?

TUTTI (mostrando anelli, orologi, ecc.)
Vogliamo vendere...

TRABUCO
Ma quanto vedo
tutto è robaccia, brutta robaccia, brutta robaccia.

TUTTI
Tale, o furfante, è la tua faccia.

TRABUCO
Pure aggiustiamoci, per ogni pezzo
dò trenta soldi.

TUTTI
Da ladro è il prezzo.

TRABUCO
Ih, quanta furia! C'intenderemo,
qualch'altro soldo v'aggiungeremo.
Date qua subito!

TUTTI
Purché all'istante
venga il danaro bello e sonante.

TRABUCO
Prima la merce, qua, colle buone.

TUTTI (dandogli le robe)
A te.

TRABUCO (ritira le robe e paga)
A te, a te, benone.

TUTTI (cacciandolo)
Sì, sì, ma vattene!

TRABUCO (frasé, contento)
Che buon affare!
(forte)
A buon mercato chi vuol comprare?
(Si avvia verso un'altro lato del campo. Detti e
contadini questuanti con ragazzi a mano.)
CONTADINE
Pane, pan per carità!
Tetti e campi devastati
n'ha la guerra, ed affamati
cerchiam pane per pietà.
(Alcune reclute piangenti che giungono scortate.)

RECLUTE
Povere madri deserte nel pianto
per dura forza dovemmo lasciar.
Della beltà n'han rapiti all'incanto,
a' nostre case vogliamo tornar.

VIVANDIERE
(circondando le reclute e dando loro del vino)
Non piangete, giovanotti,
per le madri e per le belle;
v'ameremo quai sorelle,
vi sapremo consolar.
Certo il diavolo non siamo;
quelle lagrime tergete,
al passato, ben vedete,
ora è inutile pensar.

PREZIOSILLA
(si mischia alle reclute; ne prende qualcuna sotto
braccio, e dice loro giocosamente:)
Che vergogna! Che vergogna! Su, coraggio!
Bei figliuoli, siete pazzi?
Se piangete quai ragazzi
vi farete corbellar.
Un'occhiata a voi d'intorno,
e scommetto che indovino;
ci sarà più d'un visino
che sapravvi consolar.
Su, coraggio, coraggio, coraggio!

TUTTI
Nella guerra è la follia
che dee il campo rallegrar;
viva, viva la pazzia
che qui sola ha da regnar!
(Le vivandiere prendono francamente le reclute pel
braccio, e s'incomincia vivacissima danza generale.
Ben presto la confusione e lo schiamazzo giungono al
colmo. Entra Fra Melitone che, preso nel vortice della
danza, è per un momento costretto a ballare colle
vivandiere. Finalmente, riuscito a fermarsi, Melitone
esclama:)

MELITONE
Toh!Toh! Poffare il mondo! Oh, che tempone!
Corre ben l'avventura! Anch'io ci sono!
Venni di Spagna a medicar ferite,
ed alme a mendicar. Che vedo?
È questo un campo di Cristiani,
o siete Turchi?
Dove s'è visto berteggiar la santa
domenica così? Ben più faccenda
le bottiglie vi dan che le battaglie!
E invece di vestir cenere e sacco,
qui si tresca con Venere e con Bacco?
Il mondo è fatto una casa di pianto;
ogni convento ora è covo del vento!
l santuari spelonche
divantâr di sanguinari;
Perfino i tabernacoli di Cristo
fatti son ricettacoli del tristo.
Tutto va, tutto va a soqquadro.
E la ragion? La ragion?
Pro peccata vestra, pei vostri peccati.

SOLDATI
Ah, frate, frate!

MELITONE
Voi le feste
calpestate, rubate, bestemmiate...

SOLDATI ITALIANI
Togone infame!

SOLDATI SPAGNUOLI
Segui pur, padruccio.

MELITONE
E membri e capi siete d'una stampa...
tutti eretici.
Tutti, tutti cloaca di peccati.
E finché il mondo
puzzi di tal pece,
non isperi la terra alcuna pace.

SOLDATI ITALIANI (circondandolo)
Dàlli, dàlli!

SOLDATI SPAGNUOLI (difendendolo)
Scappa, scappa!

SOLDATI ITALIANI
Dàlli! Dàlli sulla cappa!
(Cercano di picchiarlo, ma scappa, seguitando a
predicare.)


PREZIOSILLA
(ai soldati che lo inseguono uscendo dalla scena)
Lasciatelo ch'ei vada.
Far guerra ad un cappuccio! Bella impresa!
Non m'odon? Sia il tamburo sua difesa.

(Prende a caso un tamburo e imitata da qualche
tamburino lo suona. I soldati accorrono tosto a
circondarla seguiti da tutta la turba.)


PREZIOSILLA e CORO
Rataplan, rataplan, della gloria
pel soldato ritempra l'ardor,
rataplan, rataplan, di vittoria
questo suono è segnal precursor!
Rataplan, rataplan or le schiere
son guidate raccolte a pugnar!
Rataplan, rataplan, le bandiere
del nemico si veggon piegar!
Rataplan, pim pum pum, inseguite
chi la terga, fuggendo, voltò...
Rataplan, le gloriose ferite
col trionfo il destin coronò.
Rataplan, rataplan, la vittoria
più rifulge de' figli al valor!...
Rataplan, rataplan, la vittoria
al guerriero conquista ogni cor.
Rataplan, rataplan, rataplan!
(Escono correndo.)

libretto by Francesco Maria Piave 
Contents: Personaggi; Atto Primo; Atto Secondo; Atto Terzo; Atto Quarto

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